Impossibilità di ottenere il riconoscimento del mutamento di sesso per le persone transgender

La Redazione
02 Dicembre 2022

Il caso riguarda alcuni reclami per l'impossibilità di ottenere il riconoscimento legale del sesso perché non sottopostisi a un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso.

Nella sentenza pubblicata il 1° dicembre 2022, nel caso di A.D. e altri contro la Georgia (ricorso n. 57864/17), la Corte europea dei diritti umani ha stabilito, all'unanimità, che vi è stata una violazione dell'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

I ricorrenti sono persone transgender (alla nascita FtM). Il caso riguardava i loro reclami per l'impossibilità di ottenere il riconoscimento legale del loro sesso perché non si erano sottopostə a un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso.

La Corte ha rilevato in particolare che, nonostante il diritto di cambiare il proprio sesso nei registri dello stato civile esista in Georgia dal 1998, apparentemente non c'è stato un solo caso di riconoscimento legale del mutamento di genere.

L'imprecisione dell'attuale legislazione nazionale minava la disponibilità del riconoscimento legale di genere nella pratica, e la mancanza di un quadro giuridico chiaro lasciava alle autorità nazionali un eccessivo potere discrezionale, che poteva portare a decisioni arbitrarie nell'esame delle domande.

Tale situazione è fondamentalmente in contrasto con il dovere dello Stato convenuto di fornire procedure rapide, trasparenti e accessibili per il riconoscimento legale del mutamento di genere.