Richiesta di trasmissione degli atti a un altro ufficio del pubblico ministero (art. 54-quater, comma 1)

Alessandro Leopizzi
Angelo Salerno

Inquadramento

L'indagato, la persona offesa e i loro difensori, durante le indagini preliminari possono sollecitare il pubblico ministero ad adottare provvedimenti di natura organizzatoria che, presupponendo la competenza di una diversa autorità giudiziaria, dispongano la trasmissione degli atti ad un altro ufficio di procura.

Formula

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI....

RICHIESTA DI TRASMISSIONE DEGLI ATTI AD ALTRO UFFICIO DEL PUBBLICO MINISTERO

* * *

Il sottoscritto Avv....., con studio in...., via...., difensore di fiducia/ufficio di....

1....., nato a.... il....;

2....., nata a.... il....;

indagato nel procedimento penale n..... /.... R.G.N.R.,

per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.)....

per i reati previsti e puniti dagli artt.

a).... c.p.

b)...., l..... /....

c)...., d.P.R.....

d)...., d.lgs.....

PREMESSO

che (riassumere sinteticamente il particolare momento procedimentale, per quanto possa rivestire rilievo ai fini della decisione del magistrato del pubblico ministero);

Ipotesi 1

che i reati per cui si procede, per come iscritti nel registro di cui all'art. 335 c.p.p., risultano di competenza del giudice di pace e non del tribunale ordinario, ai sensi dell'art. 4 d.lgs. n. 274/2000 (ovvero attribuiti alla competenza funzionale dell'autorità giudiziaria di....);

(OVVERO)

che una corretta qualificazione della vicenda per cui si procede impone di ravvisare nei fatti, al più, la fattispecie di cui all'art..... (reato di competenza del giudice di pace) (ovvero reato attribuito alla competenza funzionale dell'autorità giudiziaria di....), con quanto ne consegue in termini di difetto di competenza del tribunale ordinario di.... [1] ;

(OVVERO)

che l'indagato è nato il...., come da certificazione anagrafica allegata, di modo che competente a procedere risulta il tribunale per i minorenni di....;

Ipotesi 2

che il reato per cui si procede, per come iscritto nel registro di cui all'art. 335 c.p.p., risulta di competenza territoriale di altro ufficio giudiziario;

che infatti il suddetto reato deve ritenersi consumato in...., al momento di (specificare quando il fatto tipico è stato perpetrato in tutti i suoi elementi costitutivi);

(OVVERO)

che infatti il suddetto reato deve qualificarsi come reato permanente e la sua consumazione ha avuto inizio, per quanto consta, in...., al momento di (specificare quando il fatto tipico è stato perpetrato in tutti i suoi elementi costitutivi, a prescindere dal successivo protrarsi delle conseguenze lesive);

(OVVERO)

che infatti il suddetto delitto è rimasto allo stadio del tentativo secondo la stessa ipotesi accusatoria e l'ultimo atto univocamente diretto a commetterlo è stato posto in essere in...., al momento di (specificare quando l'ultimo atto è stato perpetrato);

(OVVERO)

che, poiché non è possibile determinare la competenza secondo le regole generali dettate dall'art. 8 c.p.p., occorre applicare le regole operative di cui al successivo art. 9 e in particolare quella relativa all'ultimo luogo in cui sia avvenuta, per quanto consta, una parte dell'azione o dell'omissione (ovvero al luogo di residenza, dimora o domicilio dell'imputato);

che tale luogo deve individuarsi in.... (specificare e se del caso documentare l'individuazione);

che dunque è competente a procedere (indicare l'ufficio giudiziario e la sede);

Ipotesi 3

che il reato per cui si procede, per come iscritto nel registro di cui all'art. 335 c.p.p., risulta connesso, ai sensi dell'art. 12 c.p.p., ad altro procedimento e nello specifico al procedimento penale pendente presso la procura della Repubblica di.... al n..... /.... NR;

che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi da più persone in concorso;

(OVVERO)

che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – da più persone in cooperazione colposa fra loro;

(OVVERO)

che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – da più persone con condotte indipendenti che hanno determinato l'evento;

(OVVERO)

che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – con una sola azione od omissione ovvero con più azioni od omissioni esecutive di un medesimo disegno;

(OVVERO)

che i reati oggetto del presente procedimento sarebbero stati commessi – in ipotesi – per eseguire o per occultare i reati oggetto del citato procedimento n..... /.... NR pendente presso la procura della Repubblica di....;

che, invero, (illustrare le ragioni di connessione tra i due procedimenti);

che la competenza per materia determinata dalla connessione (ovvero la competenza per territorio determinata dalla connessione) opera dunque in favore della procura di...., in quanto (specificare le ragioni per cui la competenza opera in favore del suddetto ufficio giudiziario);

che dunque è competente a procedere l'autorità giudiziaria di....;

CHIEDE

che il pubblico ministero voglia disporre la trasmissione degli atti alla procura della Repubblica presso il tribunale di.....

Si allegano i seguenti documenti.

1)....;

2).....

Luogo e data....

Firma....

Ai sensi dell'art. 1 d.m. 4 luglio 2023 (G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 d.m. 18 luglio 2023 (G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. Tale obbligo decorrerà solo dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022.

[1]Le due opzioni dipendono dalla circostanza che il pubblico ministero abbia per errore considerato di competenza del tribunale ordinario un reato viceversa di competenza del giudice di pace (e quindi non si controverta della qualificazione giuridica del fatto) oppure che il difensore proponga una rilettura della vicenda tale da imporre una derubricazione o comunque una diversa qualificazione del reato, con quanto ne consegue in termini di mutata competenza.

Commento

Le funzioni inquirenti, e poi requirenti, del pubblico ministero sono attribuite all'ufficio di procura istituito presso il giudice competente (art. 51, comma 3 c.p.p.).

Ecco quindi che accanto ad ogni tribunale e ad ogni tribunale per i minorenni si pone una procura della Repubblica (che, quando è istituita presso il tribunale ordinario, esercita le proprie funzioni anche di fronte alla corte d'assise e al giudice di pace del circondario), accanto ad ogni corte d'appello (e ad ogni sezione distaccata di corte d'appello) una procura generale territoriale (competente anche per i procedimenti davanti al tribunale di sorveglianza) e accanto alla corte di cassazione una procura generale di legittimità.

Resta dunque esclusa, salvo eccezioni, per il magistrato del pubblico ministero la possibilità di svolgere indagini finalizzate a sostenere l'accusa in giudizio davanti a un diverso organo giudiziario.

Pertanto, quando il magistrato del pubblico ministero titolare delle indagini preliminari arrivi alla conclusione che il giudice presso il quale esercita le proprie funzioni è incompetente, non può che trasmettere l'intero fascicolo alla procura istituita presso il giudice competente per materia, per territorio o per connessione (art. 54, comma 1 c.p.p.).

Il pubblico ministero che ha ricevuto gli atti, evidentemente, può concordare o meno con le conclusioni in punto di competenza a cui è pervenuto il collega.

Se ritiene infondate le ragioni poste a fondamento della trasmissione, informa il procuratore generale presso la corte di appello (quando i due uffici di procura hanno sede nel medesimo distretto) ovvero il procuratore generale presso la corte di cassazione (quando hanno sede in due distretti diversi), perché sia determinato quale ufficio del pubblico ministero deve procedere (cosiddetto contrasto negativo, ex art. 54, comma 2 c.p.p.). La decisione vincola gli uffici interessati, ma, essendo diretta in ultima analisi ad evitare incongrue situazioni di impasse durante le indagini, è suscettibile di revoca qualora siano successivamente accertate circostanze di valenza contraria.

La prassi registra d'altronde l'abitudine a scambi di carte interlocutori tra i due uffici, per addivenire a una soluzione condivisa senza adire la procura generale. Del pari, è possibile che il pubblico ministero che ha ricevuto gli atti ritenga che sia competente una terza autorità giudiziaria: in questo caso, provvede semplicemente ai sensi dell'art. 54, comma 1 c.p.p.

Quando invece per la medesima vicenda storica stiano procedendo contemporaneamente due uffici di procura, il pubblico ministero che abbia avuto notizia della pendenza di indagini preliminari a carico della stessa persona e per il medesimo fatto presso un altro ufficio, richiede senza ritardo a quest'ultimo la trasmissione degli atti (ovvero provvede egli stesso alla trasmissione qualora si convinca della competenza altrui).

Se l'ufficio di procura che ha ricevuto la richiesta di trasmissione degli atti non ritiene di aderire, viene chiamato in causa il procuratore generale territoriale o di legittimità, secondo l'architettura procedimentale sopra illustrata (cosiddetto contrasto positivo, regolato dall'art. 54-bis c.p.).

In ogni caso, gli atti di indagine compiuti dai diversi uffici del pubblico ministero prima della risoluzione del contrasto, restano comunque utilizzabili nei casi e nei modi previsti dalla legge.

In particolare, la trasmissione degli atti per ragioni di competenza da un ufficio a un altro del pubblico ministero non spiega alcuna incidenza sull'efficacia delle misure cautelari in corso di applicazione. Infatti, a norma dell'art. 27 c.p.p., tale efficacia viene meno solo per effetto di formale dichiarazione del giudice che le abbia disposte o di quello chiamato a decidere sull'impugnazione del provvedimento cautelare adottato dal primo giudice (Cass. V, n. 45176/2019) non seguita dall'emissione di un nuovo provvedimento cautelare da parte del giudice dichiarato competente, nei venti giorni successivi. In altri termini, sino a quando non venga investito del procedimento, con ordinanza suscettibile di dar luogo a conflitto ai sensi dell'art. 28 c.p.p., un altro organo giudicante, i provvedimenti di natura organizzatoria emessi dalla parte pubblica non hanno attitudine a invalidare un atto giurisdizionale (Cass. II, n. 16309/2015).

Quando i contrasti, negativi o positivi, riguardino uno dei reati funzionalmente perseguiti dalle Direzioni distrettuali antimafia, se la decisione spetta al procuratore generale presso la corte di cassazione, questi provvede sentito il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo; se spetta al procuratore generale presso la corte di appello, questi informa il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo dei provvedimenti adottati (art. 54-ter c.p.p.).

Le determinazioni del pubblico ministero in merito alla competenza dell'ufficio giudicante possono ovviamente essere stimolate da memorie, prospettazioni e formali atti di impulso delle parti.

In particolare, secondo l'art. 54-quater c.p.p., l'indagato, la persona offesa dal reato e i loro difensori, possono chiedere al pubblico ministero procedente la trasmissione degli atti all'ufficio di procura presso il giudice ritenuto competente (da indicarsi espressamente), enunciando, a pena di inammissibilità, le ragioni a sostegno dell'istanza.

Il pubblico ministero deve decidere entro dieci giorni dalla presentazione della richiesta.

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