Richiesta al procuratore generale di trasmissione degli atti a un altro ufficio del Pubblico Ministero (art. 54-quater, comma 3)InquadramentoSe il Pubblico Ministero non accoglie la richiesta dell'indagato o della persona offesa di trasmettere gli atti ad un altro ufficio inquirente per ragioni di competenza, le suddette parti istanti possono adire il procuratore generale della Corte di Cassazione (se le due procure hanno sede in due diversi distretti) o il procuratore presso la relativa Corte d'appello (se invece hanno sede nel medesimo distretto), perché determini con decreto motivato quale ufficio deve procedere. FormulaALLA PROCURA GENERALE PRESSO LA CORTE D'APPELLO DI ... ovvero ALLA PROCURA GENERALE DELLA CORTE DI CASSAZIONE [1] Richiesta di trasmissione degli atti a un altro ufficio del Pubblico Ministero *** Il sottoscritto Avv. ..., con studio in ..., via ..., difensore di fiducia/ufficio di 1. ..., nato a ... il ...; 2. ..., nata a ... il ...; indagato nel procedimento penale n. ... / ... R.G.N.R., pendente presso la procura della Repubblica di ... (P.M., Dott. ..., sostituto); per il reato previsto e punito dall'art. (dagli artt.) ...; per i reati previsti e puniti dagli artt. a) ... c.p. b) ..., l. ... / ... c) ..., d.P.R. ... d) ..., d.lgs. ... PREMESSO che presso la procura della Repubblica presso il Tribunale di ... pende il procedimento n. ... / ... R.G.N.R. di cui in epigrafe (P.M., Dott. ..., sostituto); che (riassumere sinteticamente il particolare momento procedimentale, per quanto possa rivestire rilievo ai fini della decisione); che in data ... è stata presentata al magistrato titolare del fascicolo richiesta di trasmissione degli atti a un altro ufficio del Pubblico Ministero, e in particolare alla procura della Repubblica presso il Tribunale di ...; che tale richiesta era fondata sulle seguenti considerazioni; Ipotesi 1 che i reati per cui si procede, per come iscritti nel registro di cui all'art. 335 c.p.p., risultano di competenza del Giudice di pace e non del tribunale ordinario, ai sensi dell'art. 4, d.lgs. n. 274/2000 (ovvero attribuiti alla competenza funzionale dell'autorità giudiziaria di ... ); (ovvero) che una corretta qualificazione della vicenda per cui si procede impone di ravvisare nei fatti, al più, la fattispecie di cui all'art. ... (reato di competenza del Giudice di pace) (ovvero reato attribuito alla competenza funzionale dell'autorità giudiziaria di ... ), con quanto ne consegue in termini di difetto di competenza del tribunale ordinario di ... [2]; (ovvero) che l'indagato è nato il ..., come da certificazione anagrafica allegata, di modo che competente a procedere risulta il tribunale per i minorenni di ...; Ipotesi 2 che il reato per cui si procede, per come iscritto nel registro di cui all'art. 335 c.p.p., risulta di competenza territoriale di altro ufficio giudiziario; che infatti il suddetto reato deve ritenersi consumato in ..., al momento di (specificare quando il fatto tipico è stato perpetrato in tutti i suoi elementi costitutivi); (ovvero) che infatti il suddetto reato deve qualificarsi come reato permanente e la sua consumazione ha avuto inizio, per quanto consta, in ..., al momento di (specificare quando il fatto tipico è stato perpetrato in tutti i suoi elementi costitutivi, a prescindere dal successivo protrarsi delle conseguenze lesive); (ovvero) che infatti il suddetto delitto è rimasto allo stadio del tentativo secondo la stessa ipotesi accusatoria e l'ultimo atto univocamente diretto a commetterlo è stato posto in essere in ..., al momento di ... (specificare quando l'ultimo atto è stato perpetrato); (ovvero) che, poiché non è possibile determinare la competenza secondo le regole generali dettate dall'art. 8 c.p.p., occorre applicare le regole operative di cui al successivo art. 9 e in particolare quella relativa all'ultimo luogo in cui sia avvenuta, per quanto consta, una parte dell'azione o dell'omissione (ovvero al luogo di residenza, dimora o domicilio dell'imputato); che tale luogo deve individuarsi in ... (specificare e se del caso documentare l'individuazione); che dunque è competente a procedere (indicare l'ufficio giudiziario e la sede); Ipotesi 3 che il reato per cui si procede, per come iscritto nel registro di cui all'art. 335 c.p.p., risulta connesso, ai sensi dell'art. 12 c.p.p., ad altro procedimento e nello specifico al procedimento penale pendente presso la procura della Repubblica di ... al n. ... / ... N.R.; che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – da più persone in concorso; (ovvero) che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – da più persone in cooperazione colposa fra loro; (ovvero) che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – da più persone con condotte indipendenti che hanno determinato l'evento; (ovvero) che, in particolare, i due procedimenti sono connessi per essere stati commessi – in ipotesi – con una sola azione od omissione ovvero con più azioni od omissioni esecutive di un medesimo disegno; (ovvero) che i reati oggetto del presente procedimento sarebbero stati – in ipotesi – commessi per eseguire o per occultare i reati oggetto del citato procedimento n. ... / ... N.R. pendente presso la procura della Repubblica di ...; che, invero, ... (illustrare le ragioni di connessione tra i due procedimenti); che la competenza per materia determinata dalla connessione (ovvero la competenza per territorio determinata dalla connessione) opera dunque in favore della procura di ..., in quanto ... (specificare le ragioni per cui la competenza opera in favore del suddetto ufficio giudiziario); che dunque è competente a procedere l'autorità giudiziaria di ...; che in data ... il Pubblico Ministero ha rigettato tale istanza, affermando che (riportare in sintesi il percorso motivazionale seguito nel provvedimento di rigetto); che queste argomentazioni non appaiono corrette (illustrare le ragioni che contraddicono la motivazione del Pubblico Ministero, se del caso citandone letteralmente i passaggi principali, nonché ogni utile emergenza investigativa, precedenti giurisprudenziali e riflessioni dottrinali in termini); CHIEDE che la Signoria Vostra voglia determinare quale ufficio del Pubblico Ministero deve procedere. Con ossequio Si allegano i seguenti documenti. 1) ...; 2) ... . Luogo e data ... Firma ... Ai sensi dell'art. 1 del d.m. 4 luglio 2023 (in G.U. n. 155 del 5 luglio 2023) e dell'art. 1 del d.m. 18 luglio 2023 (in G.U. n. 166 del 18 luglio 2023), l'atto rientra tra quelli per i quali è provvisoriamente possibile anche il deposito telematico. L'obbligo di deposito telematico decorrerà solo quindici giorni dopo la pubblicazione dei regolamenti già indicati nel decreto legislativo 10 ottobre 2022 n. 150. 1. Il richiedente [...] può chiedere al procuratore generale presso la Corte di appello o, qualora il Giudice ritenuto competente appartenga ad un diverso distretto, al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, di determinare quale ufficio del Pubblico Ministero deve procedere (art. 54-quater, comma 3, c.p.p.). 2. Le due opzioni dipendono dalla circostanza che il Pubblico Ministero abbia per errore considerato di competenza del tribunale ordinario un reato viceversa di competenza del Giudice di pace (e quindi non si controverta della qualificazione giuridica del fatto) oppure che il difensore proponga una rilettura della vicenda tale da imporre una derubricazione o comunque una diversa qualificazione del reato, con quanto ne consegue in termini di mutata competenza. CommentoL'art. 51, comma 1, c.p.p. declina in questo modo la ripartizione degli uffici requirenti: le funzioni di Pubblico Ministero sono esercitate: a) nelle indagini preliminari e nei procedimenti di primo grado, dai magistrati della procura della Repubblica presso il tribunale; b) nei giudizi di impugnazione dai magistrati della procura generale presso la Corte di appello o presso la Corte di Cassazione. Anche in ossequio al principio sancito dall'art. 107 Cost., secondo cui i magistrati si distinguono solo per funzioni, tra gli uffici di procura di primo grado e quelli di secondo grado e di legittimità non intercorrono rapporti di tipo gerarchico in senso stretto e difetta un generale potere di sovraordinazione. Sussistono però specifiche – ed eccezionali – ipotesi in cui alla procura generale sono conferiti poteri di sorveglianza, in materia di disciplina, di organizzazione e comunque di coordinamento. In estrema sintesi, il procuratore generale della Corte di Cassazione: - ha il potere (condiviso con il ministro della giustizia) di iniziare l'azione disciplinare contro un magistrato togato requirente o giudicante (d.lgs. n. 109/2006); - risolve i contrasti negativi o positivi tra uffici di procura con sede in diversi distretti di Corte d'appello (artt. 54 e 54-bis c.p.p.); - determina quale ufficio debba procedere, qualora il Pubblico Ministero che procede non accolga la richiesta di trasmissione degli atti avanzata dalle parti (artt. 54-quater c.p.p.). Il procuratore generale presso la Corte d'appello: - può avocare le indagini (artt. 372,412,421-bis c.p.p.); - ha il potere di acquisire dati e notizie dalle procure della Repubblica del distretto, inviando al procuratore generale presso la Corte di Cassazione una relazione almeno annuale, ai sensi dell'art. 6 del d.lgs. n. 106/2006, al fine di verificare il corretto ed uniforme esercizio dell'azione penale e il rispetto delle norme sul giusto processo, nonché il puntuale esercizio da parte dei capi degli uffici dei poteri di direzione, controllo e organizzazione loro propri; - risolve i contrasti negativi o positivi tra uffici di procura con sede nel medesimo distretto di Corte d'appello (artt. 54 e 54-bis c.p.p.); - determina quale ufficio debba procedere, qualora il Pubblico Ministero che procede non accolga la richiesta di trasmissione degli atti avanzata dalle parti (artt. 54-quater c.p.p.). In quest'ottica di sovraordinazione funzionale in casi tassativamente previsti, si colloca la facoltà dell'indagato o della persona offesa di adire la procura generale territoriale o di legittimità, nell'ambito di un rimedio di natura para-impugnatoria rispetto al diniego del magistrato inquirente di primo grado di trasmettere gli atti a un diverso ufficio di procura, come richiesto dalla parte istante. Secondo l'art. 54-quater, comma 3, c.p.p., nello specifico, se il Pubblico Ministero non accoglie una siffatta richiesta dell'indagato, della persona offesa o dei loro difensori, entro dieci giorni dalla data della sua presentazione, i richiedenti insoddisfatti, entro i dieci giorni successivi, possono chiedere di determinare, con decreto motivato, quale procura debba procedere al procuratore generale presso la Corte d'appello (se le due procure appartengono allo stesso distretto) o al procuratore generale presso la Corte di Cassazione (se le due procure appartengono a distretti diversi). La possibilità di avere una seconda valutazione della fondatezza delle proprie richieste consegue al semplice mancato accoglimento della richiesta (e pertanto, oltre a un esplicito provvedimento di rigetto, verosimilmente motivato, anche alla mera mancanza di risposta che viene così a costituire ex lege un caso di silenzio-diniego). Secondo l'art. 4-bis disp. att. c.p.p., la richiesta al procuratore generale deve essere depositata presso la segreteria dell'ufficio distrettuale, allegando copia della richiesta presentata al Pubblico Ministero procedente. Il procuratore generale, previa delibazione della ammissibilità della richiesta, può istruire la pratica, richiedendo alla procura di primo grado la trasmissione di copia degli atti del procedimento. Peraltro, i contrasti tra uffici del Pubblico Ministero possono essere sollevati soltanto dagli uffici di procura interessati. Ne consegue che le parti private non possono eccepire la violazione delle norme relative alle attribuzioni della magistratura inquirente, se non per il tramite della procedura delineata dall'art. 54-quater c.p.p. In ogni caso, i provvedimenti del Pubblico Ministero, in quanto atti di parte, non hanno natura giurisdizionale e, come tali, non sono impugnabili per abnormità di fronte alla Corte di Cassazione, se non nei casi in cui abbiano comportato una invasione dei poteri spettanti al Giudice, così da sostituirsi illegittimamente alle prerogative di quest'ultimo (Cass. VI, n. 39442/2017, che ha escluso l'abnormità degli atti con i quali il Pubblico Ministero indicato come territorialmente competente aveva restituito il fascicolo alla procura originariamente titolare delle indagini, sulla base di fatti idonei a radicarne la competenza). Quando la richiesta riguarda taluno dei reati riservati alla procura distrettuale ex art. 51, comma 3-bis, c.p.p., il procuratore generale provvede previa interlocuzione con il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo (artt. 54-ter e 54-quater, comma 3, c.p.p.). |