Estrazione di lignite a Turow: transazione tra Polonia e Repubblica Ceca

La Redazione
25 Luglio 2025

L'avvocato generale Kokott, nelle proprie conclusioni, ha affermato che le penalità inflitte alla Polonia per l'estrazione di lignite nella miniera di Turów devono essere soppresse a seguito dell'intervenuta transazione tra Repubblica ceca e Polonia.

La Repubblica Ceca ha presentato, alla fine di febbraio 2021, un ricorso per inadempimento contro la Polonia innanzi alla Corte di giustizia, ritenendo che la prosecuzione dell'attività di estrazione di lignite nella miniera polacca a cielo aperto di Turów, situata vicino ai confini con la Repubblica Ceca, fosse contraria alla normativa europea e, in particolare, al principio di leale collaborazione (Direttiva VIA 2011/92, Direttiva Quadro sulle acque 2000/60 e Direttiva sull'informazione ambientale 2003/4).

Su richiesta della stessa Repubblica Ceca, nel maggio 2021 la vicepresidente della Corte di giustizia ha ordinato alla Polonia di interrompere immediatamente e fino alla conclusione del procedimento le attività di estrazione, in quanto la contaminazione delle acque sotterranee avrebbe potuto provocare danni gravi e irreparabili all'ambiente e alla salute umana.

Constatato che la Polonia non aveva rispettato tale ordine, la vicepresidente, su istanza della Repubblica Ceca, ha sanzionato la Polonia con una penalità provvisoria di 500.000 euro al giorno, quale prima applicazione di una sanzione nell'ambito del procedimento sommario in corso e a garanzia della sua esecuzione.

Il 3 febbraio 2022, la Repubblica Ceca e la Polonia hanno raggiunto un accordo transattivo e la Corte di giustizia ha cancellato la causa dal ruolo, per cui la Polonia ha sostenuto che fosse venuto meno retroattivamente l'obbligo di pagare le penalità.

 Tuttavia, la Commissione europea non ha condiviso questa interpretazione e ha comunicato alla Polonia che avrebbe compensato l'importo dovuto con i crediti a questa spettanti nei confronti del bilancio dell'Unione.

La Polonia ha impugnato la decisione innanzi al Tribunale UE, ma questo ha respinto il ricorso, affermando che, benchè la transazione possa incidere sulla durata dell'applicazione delle penalità, non estingue l'obbligo di versare le somme già maturate.

La Polonia ha quindi proposto ricorso alla Corte di giustizia.

L'avvocato generale Juliane Kokott, nelle sue conclusioni, suggerisce che la Corte di giustizia accolga il ricorso della Polonia, in quanto la transazione tra i due Stati avrebbe prodotto un effetto retroattivo, comportando la soppressione dei provvedimenti provvisori, per cui la Commissione avrebbe agito erroneamente nel procedere alla compensazione.

 Funzione del procedimento sommario è garantire l'efficacia della futura sentenza definitiva e, in quanto procedimento accessorio rispetto a quello principale, dovrebbe essere soppresso retroattivamente in caso di transazione tra le parti, senza dar luogo a ulteriori sanzioni.