Gli accertamenti fondati su data analysis: le nuove frontiere del controllo fiscale
Daniela Mendola
30 Settembre 2025
La tax compliance da intendersi come la ricerca di una collaborazione tra Amministrazione Finanziaria e contribuente finalizzata all'assolvimento della obbligazione tributaria, ha prodotto quale effetto anche quello di individuare nuovi strumenti di rideterminazione della pretesa erariale.
Il rinnovato rapporto tra fisco e contribuente: la tax compliance
Si tratta di metodologie accertative che si fondano sull'analisi del rischio fiscale, cd. strumenti di data analysis che sottopongono a controllo i contribuenti che presentino dei rischi di condotta fiscalmente rilevante.
La valutazione basata sul rischio aveva già fatto ingresso nel nostro ordinamento mediante gli indici sintetici di affidabilità attraverso i quali l'amministrazione finanziaria effettua un vero e proprio rating, una classifica, attributiva di un punteggio di merito al contribuente, che và da 1 a 10.
Si valuta, dunque, l'affidabilità del contribuente offrendogli la possibilità nel caso di “punteggio basso” di poter, mediante il confronto preventivo, fornire la prova della propria “affidabilità fiscale”.
La tax compliance, infatti, implica anche un rafforzamento delle garanzie previste nei confronti del contribuente che, nella fattispecie si concretizzano nel: riconoscimento della partecipazione endoprocedimentale e nella sottoposizione a controllo dei soli soggetti per i quali emergano indizi di violazioni tributarie.
Negli ultimi tempi e, in particolare, in concomitanza con la riforma fiscale conseguente alla legge delega 9 agosto del 2023, n. 111, hanno fatto ingresso nel nostro ordinamento altri metodi di accertamento fondati su data analysis la cui fonte è rinvenibile all'interno di apposite circolari dell'agenzia delle entrate. Primo fra tutti, il riferimento è alla Verifica dei rapporti finanziari.
I nuovi metodi di accertamento fondati su data analysis: la verifica dei rapporti finanziari
L'algoritmo predetto è contenuto nella Legge di Bilancio 2020 (legge 27 dicembre 2019, art. 1, commi da 681 a 686) e si presenta come uno strumento di data analysis finalizzato a contribuire alla lotta all'evasione fiscale.
Il suo utilizzo è stato implementato negli ultimi anni, in risposta all'emergenza epidemiologica che ha velocizzato le pratiche legate alla digitalizzazione amministrativa.
Un riferimento a tale nuovo strumento è contenuto nella circolare n. 21/E del 20 giugno 2022, laddove si evidenzia che, l'algoritmo Vera risponde all'esigenza di “potenziare le infrastrutture tecnologiche e gli algoritmi di selezione, nonché l'interoperabilità delle banche dati”.
L'uso dell'algoritmo in questione è stato incrementato anche a seguito dell'approvazione del disegno di legge delega, il 16 marzo 2023, da parte del Consiglio dei ministri n. 25.
Ad esempio, l'Ufficio considera le informazioni derivanti dalla dichiarazione dei redditi, dagli acquisiti effettuati online o tramite app, nonché le informazioni che provengono dagli Istituti di credito, i quali devono trasmettere nell'archivio dei rapporti finanziari anche gli investimenti in criptovalute effettuati dai contribuenti.
Come asserito dal Consiglio di Stato nel noto caso cd. della buona scuola, devono essere rispettati i principi della cd. legalità algoritmica, elevati a condizioni di legittimità delle decisioni amministrative che sono assunte mediante l'uso dello strumento tecnologico (Consiglio di Stato n. 2270 dell'8 aprile 2019).
Le indagini bancarie mediante “anonimetro”
Ad esso ha fatto seguito il cd. anonimetro, (in G.U. dell' 1 luglio 2022 n. 152 è stato pubblicato il decreto 28 giugno 2022 del Ministero dell'Economia delle Finanze riguardante l'algoritmo antievasione), definito così, in quanto, analizza i dati contenuti nei conti correnti in modo anonimo senza che emerga il collegamento con il titolare e con il fine di effettuare una analisi del rischio fiscale (da intendersi come il rischio di comportamenti attuati in violazione di norme di natura tributaria ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell'ordinamento tributario) analizzando i dati contenuti proprio nell'anagrafe dei Conti correnti.
Solo nel caso in cui emergano situazioni anomale, l'Agenzia delle Entrate potrà associare il dato alla persona, mentre i contribuenti che alla fine del processo non saranno sottoposti a controlli fiscali, potranno contare sulla sicurezza della protezione dei propri dati e, appunto, sull'anonimato.
L'Agenzia, anche per rafforzare le garanzie connesse al trattamento dei dati personali, effettua le elaborazioni finalizzate a far emergere le posizioni da sottoporre a controllo su dati preventivamente pseudonimizzati, attraverso metodi di sostituzione o modifica delle informazioni anagrafiche ovvero tramite perturbazioni delle variabili, al fine di impedire, in presenza di dati finanziari l'identificazione diretta degli interessati e con il fine limitare i rischi di erronea rappresentazione della capacità contributiva.
Tale strumento è finalizzato a prevenire e contrastare l'evasione e l'elusione fiscale, tramite l'individuazione dei criteri di rischio utili a far emergere posizioni da sottoporre a controllo da parte dell'Agenzia e della Guardia di finanza, e per incentivare l'adempimento spontaneo.
Devono essere, inoltre, rispettate le regole per il corretto trattamento dei dati, sicché le informazioni devono essere conservate per il tempo e nei limiti in cui ciò costituisca una misura necessaria e proporzionata in una società democratica, tenuto conto dei diritti fondamentali e dei legittimi interessi dell'interessato, in modo da assicurare che tale esercizio non arrechi un pregiudizio effettivo e concreto all'interesse pubblico perseguito.
L’evasometro e il risparmiometro
L’ultimo strumento di data analysis prende il nome di “evasometro” ed è indirizzato a tutti i soggetti cd. “a rischio” di condotte fiscalmente rilevanti.
Si punta ancora una volta, dunque, all’analisi del rischio fiscale destinando i controlli verso contribuenti per i quali vi siano concreti indizi di una condotta fiscalmente rilevante.
Ancora una volta lo strumento di indagine sarà supportato da appositi indicatori (rievocando gli indici sintetici di affidabilità), che facilitino l’amministrazione ad individuare le condotte “a rischio”.
Le condotte sotto la lente di ingrandimento sarebbero molteplici: dalle disponibilità patrimoniali all’estero, all’utilizzo dei cd. crediti di imposta fino all’apertura e chiusura delle società.
In aggiunta all’evasometro, l’Ufficio può avvalersi del cd. “risparmiometro”, uno strumento predittivo che, tramite un apposito algoritmo verifica, sulla base dei dati forniti dall’Archivio dei rapporti con operatori finanziari, la coerenza dei risparmi accumulati dal contribuente in un determinato periodo d’imposta con i redditi dichiarati nel medesimo arco temporale, in modo da fare emergere eventuali incongruenze.
Le nuove frontiere della digitalizzazione passano anche attraverso l’uso del cd. Chatbot, un software in grado di innescare una conversazione tra lo strumento digitale ed il funzionario (come d’altronde, si evince dalla etimologia del termine, “chat” da intendersi come conversazione e “bot” come robot). La conversazione si basa su domande e risposte rese in un linguaggio naturale. Il nuovo software è in grado di stilare un report delle tipologie di contribuenti presenti sul territorio con il fine di indirizzare la politica fiscale e di effettuare dei controlli sulle dichiarazioni presentate dai contribuenti.
Controlli sulle dichiarazioni Iva mediante strumenti di intelligenza artificiale
È degli ultimi mesi l’introduzione di un nuovo metodo di controllo, questa volta, attinente alle fatture Iva.
In particolare l’Ufficio, mediante l’intelligenza artificiale, può effettuare controlli sulle fatture, verificando la coerenza e la corrispondenza tra gli acquisti effettuati e l’attività svolta. per individuare eventuali condotte “anomale” e selezionando i contribuenti cd. a rischio.
Si tratta, tuttavia, di un metodo ancora in fase di sperimentazione che rientra, però, a pieno nella “digital era”.
Conclusioni
Questi nuovi metodi di accertamento perseguono una duplice finalità: efficientare l’azione impositiva e tutelare i contribuenti, sottoponendo a controllo soltanto i soggetti che presentano degli indizi di una condotta fiscalmente rilevante.
Trattandosi di controlli basati su una molteplicità di dati è opportuno rafforzare il complesso di garanzie riconosciuto ai contribuenti. Sarebbe, pertanto, necessario riconoscere ex ante e garantire ex post la partecipazione endoprocedimentale per consentire al contribuente di contribuire alla rideterminazione della giusta imposta.
Gli algoritmi predetti, inoltre, sono idonei ad indirizzare le attività fiscali in modo più preciso, mediante l’individuazione dei profili da sottoporre ad accertamento, evitando così, l'ingerenza nella sfera giuridica di soggetti che non abbiano adottato condotte fiscalmente rilevanti.
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