Eulex Kosovo: Il Tribunale dell’UE respinge il ricorso
06 Ottobre 2025
La missione Eulex Kosovo, istituita dall’UE nel 2008 per indagare su crimini e persone scomparse a seguito del conflitto avvenuto in Kosovo nel 1999, è stata oggetto di denunce per presunte violazioni dei diritti umani che sarebbero avvenute nel corso delle sue attività, a seguito delle quali nel 2009 è stata istituita un’apposita commissione di controllo, con il compito di appurare la fondatezza delle denunce. Pur avendo riscontrato tali violazioni, nel marzo 2017 la commissione ha chiuso i fascicoli, constatando che le sue raccomandazioni erano state attuate solo parzialmente dal capo dell'Eulex Kosovo. I familiari delle vittime hanno, quindi, presentato ricorso per responsabilità extracontrattuale dinanzi al Tribunale dell'Unione europea contro il Consiglio dell'Unione europea, la Commissione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), chiedendo anche il risarcimento del danno subito a causa delle modalità e delle omissioni avvenute nel corso delle indagini condotte dalla missione Eulex Kosovo, in merito alla scomparsa e all'assassinio dei loro familiari. In una prima fase del giudizio, il Tribunale si era dichiarato incompetente, ritenendo che la materia rientrasse nella politica estera e di sicurezza comune (PESC), ambito escluso dalla giurisdizione dell’UE. Tuttavia, l’interpellata Corte di giustizia, con sentenza del 10 settembre 2024, ha ribadito che i giudici dell’Unione sono competenti qualora gli atti o le omissioni non riguardino scelte politiche o strategiche, ma aspetti gestionali come la selezione del personale o le modalità di controllo. A seguito del rinvio e tramite una nuova ordinanza, il Tribunale ha dichiarato anche che, dal 15 giugno 2014, la missione Eulex Kosovo è divenuta responsabile, in linea di principio, per tutti gli obblighi connessi all'esecuzione del suo mandato, compresi quelli sorti prima di tale data e sostituendosi ai soggetti che in precedenza erano responsabili dell'esecuzione dei suoi compiti, anche per quanto riguarda i procedimenti giudiziari in corso. Eventuali inadempienze, come la carenza di personale per le indagini, rientrano esclusivamente nella responsabilità della missione e non delle istituzioni convenute. Il Tribunale ha, inoltre, chiarito che, sebbene la commissione di controllo dei diritti umani non disponga di poteri esecutivi o di strumenti di ricorso per i ricorrenti, l’ordinamento dell’Unione assicura comunque le garanzie di un ricorso effettivo tramite la possibilità di rivolgersi a un giudice UE. |