Il CNF pubblica la guida sull’uso di GenAI da parte degli avvocati

La Redazione
24 Novembre 2025

La Guida intende aumentare la consapevolezza su cosa sia l’intelligenza artificiale generativa (Generative AI,  o GenAI), illustrarne gli usi attuali nella pratica legale e mettere in evidenza le opportunità e i rischi potenziali connessi al suo impiego.

La guida chiarisce che cos’è l’intelligenza artificiale generativa (GenAI), i suoi usi nella pratica legale, le opportunità e le criticità connesse al suo impiego.

Si concentra sull’etica professionale e sulle norme che regolano l’esercizio forense, aiutando gli avvocati a rimanere conformi ai propri obblighi deontologici. È rivolta ad avvocatiordiniassociazionistudi legali e organizzazioni professionali per promuoverne un uso responsabile.

La GenAI si distingue per la capacità di generare nuovi contenuti (testo, immagini, audio, video). Nel diritto UE, non esiste una definizione specifica: la GenAI rientra nella sottocategoria dei «sistemi di IA» e spesso nei «sistemi di IA di uso generale» del Regolamento UE sull’IA. La definizione OCSE richiama espressamente i sistemi generativi che producono contenuti.

L’adozione da parte degli avvocati è in forte crescita in ricerca giuridicaanalisi/sintesi documentale e traduzione.

Diversi i benefici attesi, che includono: maggiore efficienza, miglioramento della ricerca, qualità superiore del lavoro, riduzione dei tempi e dei costi, migliore allocazione delle risorse e maggiore focus su attività a valore aggiunto. Può anche ampliare l’accesso alla giustizia per soggetti sottoserviti.

L’uso della GenAI comporta, peraltro, rischi significativi che devono essere attentamente considerati, in particolare in relazione agli obblighi professionali degli avvocati. Tra i principali si segnalano:

  • allucinazioni: produzione di contenuti inesatti o inventati (giurisprudenza fittizia, citazioni errate, argomentazioni plausibili ma false).
  • bias adulazione: distorsioni nei dati/modelli e tendenza a compiacere l’utente, con esiti fuorvianti.
  • mancanza di trasparenza: «scatola nera» che ostacola la verifica di accuratezza e affidabilità.
  • proprietà intellettuale: rischi su input/output e potenziali violazioni di copyright.
  • sicurezza informatica: nuove vulnerabilità sfruttabili da attori malevoli.
  • frode: deepfake, identità sintetiche e truffe automatizzate, con impatti reputazionali e sulla riservatezza.

 

La Guida, messa a punto dal Consiglio degli Ordini Forensi d'Europa (CCBE) eche sarà presentata dal CNF in occasione del webinar del 24 novembre, si conclude evidenziando temi emergenti che richiederanno monitoraggio e riflessione continua: «autonomia e autoregolamentazione della professione in un mercato dominato da pochi grandi fornitori tecnologici, formazione continua e aggiornamento tecnico degli avvocati, uso dei dati professionali pubblici per l’addestramento dei modelli GenAI, con implicazioni su diritti d’autore e la segretezza e la riservatezza, rischi di frode e manipolazione legati alle nuove tecnologie»

Consulta in allegato:

Guida del CCBE sull'uso dell'intelligenza artificiale da parte degli avvocati

CCBE guide on the use of generative AI by lawyers

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