La scientia decoctionis non può essere presunta

La Redazione
09 Dicembre 2015

In caso di azione revocatoria fallimentare esperita nei confronti di una banca, grava sul debitore l'onere di provare la conoscenza dello status decoctionis di quest'ultima, non essendo sufficiente a tal fine la mera allegazione di rimesse che abbiano ridotto in maniera consistente e durevole l'esposizione debitoria della società fallita nei confronti dell'istituto di credito. Infatti, nonostante l'istituto bancario disponga di informazioni sulla situazione patrimoniale dei propri debitori superiori a quelle comunemente disponibili, non è possibile ritenere che, in virtù della mera qualificazione di intermediario bancario, abbia sempre una concreta cognizione dell'irreversibile incapacità economica del debitore, circostanza che deve invece essere oggetto di dimostrazione concreta.

In caso di azione revocatoria fallimentare esperita nei confronti di una banca, grava sul debitore l'onere di provare la conoscenza dello status decoctionis di quest'ultima, non essendo sufficiente a tal fine la mera allegazione di rimesse che abbiano ridotto in maniera consistente e durevole l'esposizione debitoria della società fallita nei confronti dell'istituto di credito. Infatti, nonostante l'istituto bancario disponga di informazioni sulla situazione patrimoniale dei propri debitori superiori a quelle comunemente disponibili, non è possibile ritenere che, in virtù della mera qualificazione di intermediario bancario, abbia sempre una concreta cognizione dell'irreversibile incapacità economica del debitore, circostanza che deve invece essere oggetto di dimostrazione concreta.

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