Osservatorio sulla Cassazione – Dicembre 2015
11 Gennaio 2016
FALLIMENTO Opposizione al passivo – lite temeraria CASS. CIV. – SEZ. VI, 22 DICEMBRE 2015, N. 25852, sent. In tema di insinuazione nel passivo per crediti erariali, l'agente alla riscossione agisce in giudizio in proprio, sia pure in virtù del sottostante rapporto di mandato intercorrente con l'ente impositore e dunque anch'esso soggiace alla sanzione processuale derivante dall'aver agito con colpa grave, per avere riproposto una domanda avente ad oggetto un credito già in precedenza accertato ed aver insistito per ottenerne l'accoglimento persino dopo aver usufruito, a sua richiesta, di un apposito termine per verificare i documenti di cui è in possesso o assumere le necessarie informazioni presso il mandante. Opposizione al passivo – compensi professionali CASS. CIV., SEZ. VI-1, 18 DICEMBRE 2015, N. 25589, ord. È esclusa la prededucibilità del credito avente ad oggetto il compenso per le prestazioni professionali rese anteriormente alla dichiarazione di fallimento e finalizzate all'accesso alla procedura concordataria laddove l'attività difensiva sia risultata inidonea ad arrecare un vantaggio alla massa dei creditori a causa della dichiarazione di inammissibilità della domanda di concordato presentata dal professionista. Dichiarazione di fallimento – poteri officiosi CASS. CIV. – SEZ. VI, 18 DICEMBRE 2015, N. 25588, ord. La formulazione dell'art. 1, comma 2, l. fall. pone a carico del debitore l'onere di provare il possesso congiunto dei requisiti ivi prescritti, ma non esclude l'esercizio dei poteri istruttori officiosi da parte del giudice che sopravvivono nonostante l'abrogazione dell'iniziativa d'ufficio. Tale ruolo di supplenza resta comunque circoscritto ai fatti dedotti dalle parti nelle allegazioni difensive ed è subordinato ad una valutazione d'incompletezza del materiale probatorio e all'individuazione di elementi concretamente acquisibili, utili e rilevanti per la definizione del procedimento. Dichiarazione di fallimento – debiti del fallito CASS. CIV. – SEZ. VI, 17 DICEMBRE 2015, N. 25421, ord. In tema di inefficacia dei pagamenti dei debiti del fallito intervenuti dopo la dichiarazione di fallimento, l'obbligo restitutorio in favore del fallimento non riguarda il terzo debitore, bensì il creditore del fallimento, assegnatario del debitor debitoris, pertanto il curatore del fallimento non può esigere dal terzo il pagamento del suo debito, al quale non corrisponde più alcun credito del fallito. Curatore – contratto preliminare CASS. CIV. – SEZ. II, 10 DICEMBRE 2015, N. 24975, sent. Il curatore del fallimento del promittente venditore non può sciogliersi dal contratto preliminare ai sensi dell'art. 72 l. fall., con effetti nei confronti del promissario acquirente laddove quest'ultimo abbia trascritto, prima della dichiarazione di fallimento, la domanda ex art. 2932 c.c. e la relativa sentenza di accoglimento. Opposizione al passivo – incompatibilità giudice CASS. CIV. – SEZ. I, 4 DICEMBRE 2015, N. 24718, sent. Il giudice incardinato presso il tribunale, quale giudice naturale, ha piena potestas iudicandi anche nei giudizi di opposizione al passivo, ancorché svolga parallelamente funzioni di giudice delegato ai fallimenti. Di conseguenza, l'art. 99 l. fall. impone al giudice interessato l'obbligo di astensione, in assenza della quale la parte interessata ha l'onere di presentare istanza di ricusazione, non potendo altrimenti dedurre la nullità della sentenza exart. 158 c.p.c. Consecuzione delle procedure – azione revocatoria CASS. CIV. – SEZ. I, 9 DICEMBRE 2015, N. 24861, sent. In tema di azione revocatoria e consecuzione delle procedure concorsuali, delle quali la prima sia un'amministrazione controllata e l'ultima una procedura il cui presupposto oggettivo sia costituito dallo stato d'insolvenza, il periodo sospetto di cui all'art. 67, comma 1, l. fall. deve essere computato a ritroso dalla data del decreto di ammissione all'amministrazione controllata.
REATI CONCORSUALI Bancarotta – revisione CASS. PEN. – SEZ. V, 17 DICEMBRE 2015, N. 49842, sent. In tema di reati di bancarotta, qualora successivamente alla sentenza definitiva di condanna sopraggiunga in sede civile la revoca della sentenza dichiarativa di fallimento, il condannato può chiedere la revisione del processo ai sensi dell'art. 630, comma 1, lett. b), c.p.p. Bancarotta – condotte distrattive CASS. PEN. – SEZ. V, 16 DICEMBRE 2015, N. 49622, sent. Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale si configura quale reato di pericolo concreto e dunque tale fattispecie delittuosa non può essere contestata all'amministratore che impoverisca la società di risorse enormi quando questa abbia comunque a disposizione risorse ben più rilevanti idonee a fornire garanzia per eventuali pretese creditorie. Bancarotta – onere probatorio CASS. PEN. – SEZ. V, 16 DICEMBRE 2015, N. 49621, sent. In materia di bancarotta fraudolenta, la prova della distrazione o dell'occultamento di beni della società dichiarata fallita può essere desunta dalla mancata dimostrazione da parte dell'amministratore della destinazione dei beni medesimi, a nulla rilevando l'eventuale inerzia degli organi della procedura concorsuale avviata prima della dichiarazione di fallimento. Bancarotta preferenziale – bancarotta per distrazione CASS. PEN. – SEZ. V, 3 DICEMBRE 2015, N. 48017, sent. L'amministratore che si ripaghi dei suoi crediti verso la società fallita in relazione a compensi per l'attività lavorativa effettivamente prestata, prelevando o comunque ottenendo dalle casse sociali una somma congrua rispetto al lavoro svolto, non risponde di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione, bensì di bancarotta preferenziale essendo ravvisabile l'elemento caratterizzante di quest'ultima fattispecie consistente nell'alterazione della par condicio creditorum. |