Osservatorio sulla Cassazione – Settembre 2015
13 Ottobre 2015
FALLIMENTO Amministratore giudiziario - poteri CASS. CIV. – SEZ. VI-1, 16 SETTEMBRE 2015, N. 18192, ord. L'amministratore giudiziario della società fallita ha poteri diretti di gestione della società, esercitabili anche attraverso terzi, secondo le modalità indicate nel provvedimento di nomina ed integrate da quelle previste dalla legge. Egli può dunque disporre delle risorse societarie e provvedere all'estinzione delle esposizioni debitorie. Dichiarazione – legittimazione CASS. CIV. – SEZ. VI-1, 15 SETTEMBRE 2015, N. 18128, ord. In tema di iniziativa per la dichiarazione di fallimento, l'art. 6 l. fall., laddove stabilisce che il fallimento può essere dichiarato, fra l'altro, su istanza di uno o più creditori, non presuppone un definitivo accertamento del credito in sede giudiziale, né l'esecutività del titolo, essendo viceversa sufficiente un accertamento incidentale da parte del giudice, all'esclusivo scopo di verificare la legittimazione dell'istante. Prededuzione – crediti professionali CASS. CIV. – SEZ. I, 10 SETTEMBRE 2015, N. 17907, sent. Il credito del professionista per prestazioni giudiziali e stragiudiziali rese anche precedentemente alla domanda di ammissione al concordato preventivo, fatto poi valere nei confronti della società fallita va soddisfatto in prededuzione, ove emerga l'adeguatezza funzionale agli interessi della massa. Azione revocatoria – scientia decoctionis CASS. CIV. – SEZ. I, 10 SETTEMBRE 2015, N. 17906, sent. In tema di azione revocatoria, la scientia decoctionis del terzo contraente può essere provata anche con indizi ed elementi di fatto idonei a dimostrarne l'effettività, compresa la prassi nei rapporti tra le parti ed eventuali comportamenti che se ne discostino. Allo stesso modo, la notorietà dello stato di insolvenza richiede un apprezzamento di fatto da cui trarre le premesse per ritenere dimostrata l'insolvenza anche in mancanza di ulteriori prove. Insinuazione nel passivo– crediti tributari CASS. CIV. – SEZ. I, 8 SETTEMBRE 2015, N. 17787, sent. Per far valere il credito tributario nel fallimento, l'esattore deve chiedere l'insinuazione nel passivo entro il termine annuale di cui all'art. 101 l. fall. in quanto i più lunghi tempi per la formazione dei ruoli e per l'emissione delle cartelle non costituiscono ragioni di scusabilità dell'eventuale ulteriore ritardo. Insinuazione nel passivo - leasing CASS. CIV. – SEZ. VI, 3 SETTEMBRE 2015, N. 17577, ord. In caso di fallimento dell'utilizzatore di un bene in leasing e di opzione del curatore per lo scioglimento del contratto, il concedente non può insinuarsi nel passivo per il pagamento dei canoni residui, avendo egli diritto alla sola restituzione del bene, mentre solo dopo la vendita potrebbe insinuarsi nel passivo per l'eventuale credito corrispondente alla differenza tra quanto vantato alla data del fallimento e la minor somma ricavata con l'allocazione sul mercato. Impugnazione - notifica CASS. CIV. – SEZ. VI, 3 SETTEMBRE 2015, N. 17574, ord. L'art. 18 l. fall. stabilisce che il termine per proporre ricorso in Cassazione è di 30 giorni dalla notifica della pronuncia al reclamante da parte della cancelleria secondo le modalità di cui all'art. 137 c.p.c., norma che consente espressamente la notifica mediante PEC. Insinuazione nel passivo - crediti da lavoro CASS. CIV. – SEZ. VI, 1 SETTEMBRE 2015, N. 17413, ord. Le copie delle buste paga provenienti dal datore di lavoro ed allegate dal lavoratore in sede di opposizione allo stato passivo, sono documenti sufficienti a provare il diritto di credito anche se privi di sottoscrizione, elemento richiesto dalla l. 4/1953 in alternativa alla sigla o al timbro del datore di lavoro. Soddisfazione creditore - esdebitazione CASS. CIV. – SEZ. I, 1 SETTEMBRE 2015, N. 17386, sent. L'art. 142 l. fall., riferendosi alla soddisfazione almeno parziale dei creditori concorsuali, attribuisce al prudente apprezzamento del giudice la valutazione discrezionale sull'effettiva portata satisfattiva delle ripartizioni, valutazione che non può riferirsi al mero dato quantitativo dei creditori soddisfatti e che, dunque, si sottrae a qualsiasi automatismo.
CONCORDATO PREVENTIVO Crediti professionali - prededuzione CASS. CIV. – SEZ. I, 8 SETTEMBRE 2015, N. 17821, ord. Il credito professionale sorto a seguito delle prestazioni rese durante la redazione del concordato preventivo deve essere soddisfatto in prededuzione nel successivo fallimento ai sensi dell'art. 111 l. fall., norma che risponde alla ratio di favorire le procedure diverse dal fallimento e che non può essere disapplicata posto che l'attività professionale è comunque resa in funzione della massa fallimentare. Ammissione alla procedura – sospensione contratti CASS. CIV. – SEZ. I, 3 SETTEMBRE 2015, N. 17520, sent. Il decreto con cui il giudice delegato revoca la sospensione dei contratti disposta in sede di ammissione alla procedura di concordato preventivo non è ricorribile in Cassazione ex art. 111, comma 7, Cost., in quanto la richiesta può essere riproposta nel corso della procedura e dunque il decreto del giudice delegato è atto interno alla procedura, di carattere ordinatorio e non definitivo. Ammissibilità proposta – creditori privilegiati CASS. CIV. – SEZ. I, 2 SETTEMBRE 2015, N. 17461, sent. La regola generale in materia di concordato preventivo è quella del pagamento non dilazionato dei creditori privilegiati. L'adempimento con tempi superiori a quelli tecnici richiesti dalla procedura equivale alla non integrale soddisfazione per la perdita economica dovuta al ritardo nel pagamento, circostanza che deve formare oggetto di accertamento in fatto da parte del giudice ai fini del computo del voto ex art. 177, comma 3, l. fall.
REATI CONCORSUALI Bancarotta impropria – dolo CASS. PEN. – SEZ. V, 24 SETTEMBRE 2015, N. 38964, sent. La consapevole omissione del versamento degli oneri erariali da parte dell'amministratore unico di una società poi fallita, costituisce comportamento idoneo a configurare la fattispecie della bancarotta impropria data la percezione da parte dell'imputato delle potenziali conseguenze che sarebbero derivate dall'accumulo del debito erariale, elemento che integra il dolo richiesto dalla fattispecie penale. Bancarotta fraudolenta - concorso CASS. PEN. – SEZ. V, 24 SETTEMBRE 2015, N. 38918, sent. In caso di concorso da parte dell'amministratore di diritto nel reato di bancarotta fraudolenta commesso dall'amministratore di fatto, ad integrare il dolo del primo è sufficiente la generica consapevolezza che il secondo compia una delle condotte indicate nella norma incriminatrice, senza che sia necessario che tale consapevolezza investa i singoli episodi delittuosi, potendosi configurare l'elemento soggettivo, sia come dolo diretto, sia come dolo eventuale, salva la prova della volontà del mancato impedimento dell'evento. Bancarotta fraudolenta – elemento soggettivo CASS. PEN. – SEZ. V, 16 SETTEMBRE 2015, N. 37539, sent. Ai sensi dell'art. 216 l. fall., la condotta penalmente rilevante nel reato di bancarotta fraudolenta non consiste nell'aver cagionato lo stato di insolvenza della società, bensì nel depauperamento delle risorse dell'impresa. La rappresentazione e la volontà dell'agente devono dunque inerire alla deminutio patrimoni e non al successivo fallimento. |