Osservatorio sulla Cassazione – Giugno 2015
16 Luglio 2015
FALLIMENTO Curatore fallimentare – autorizzazione GD CASS. CIV. – SEZ. TRIB., 26 GIUGNO 2015, N. 13242, sent. La mancanza dell'autorizzazione del tribunale o del GD, prevista dall'art. 35 l. fall. ad integrazione dei poteri spettanti al curatore nello svolgimento di attività negoziale, importa, non la nullità dei negozi posti in essere quanto la loro annullabilità, essendo l'art. 35 dettato nell'interesse dell'amministrazione fallimentare e può quindi essere fatta valere ai sensi dell'art. 1441 c.c. unicamente da quest'ultima. Ammissione allo stato passivo – crediti privilegiati CASS. CIV. – SEZ. I, 24 GIUGNO 2015, N. 13090, sent. I nuovi privilegi (art. 15, l. 142/75) assistono anche i crediti sorti prima della istituzione del privilegio, e di conseguenza, i crediti originariamente chirografi divengono crediti privilegiati. In sede di procedura fallimentare quindi il credito originariamente chirografo può divenire privilegiato anche dopo l'approvazione dello stato passivo e sino al riparto definitivo. Tale principio è applicabile anche all'ipotesi in cui il bene gravato da ipoteca rientri nella massa fallimentare dopo il termine fissato per il deposito delle istanze di insinuazione. Azione revocatoria ordinaria – atti a titolo gratuito CASS. CIV. - SEZ. I, 24 GIUGNO 2015, N. 13087, sent. La valutazione della gratuità od onerosità di un negozio, ai fini dell'art. 64 l. fall., deve essere fatta, avendo riguardo alla causa e non in relazione ai motivi dello stesso, deve quindi escludersi che gli atti a titolo gratuito siano solo quelli posti in essere per spirito di liberalità. Lo spirito di liberalità è infatti requisito per la donazione, ma non è richiesto negli altri atti a titolo gratuito. Azione revocatoria fallimentare – atti a titolo oneroso CASS. CIV – SEZ. I, 23 GIUGNO 2015, N. 12990, sent. Ai fini dell'azione revocatoria fallimentare di cui al n. 1 dell'art. 67 l. fall. ciò che rileva è la sproporzione rilevante tra prestazioni eseguite e prestazioni assunte dal fallito rispetto a ciò che è stato a lui dato o promesso se invece il contraente in bonis risulta essere inadempiente, ciò non dà luogo a revoca dell'atto quanto ad azione di condanna. Ammissione al passivo – azione di responsabilità CASS. CIV. – SEZ. I, 23 GIUGNO 2015, N.12979, sent. Non può ammettersi al passivo della società fallita il credito risarcitorio per i fatti commessi dagli amministratori di fatto della società stessa. Alla responsabilità degli amministratori di fatto ex art. 146 l. fall. non consegue la responsabilità della società di fatto tra essi costituita. Curatore fallimentare – responsabilità civile CASS. CIV. – SEZ. III, 22 GIUGNO 2015, N. 12872, sent. Nell'ipotesi in cui il curatore fallimentare, commercialista, sia responsabile, ai sensi del combinato degli artt. 38, comma 1, l. fall. e 2043 c.c., del risarcimento di un danno ingiusto commesso nell'espletamento della sua attività di ausiliare delle giustizia, l'assicuratore della responsabilità civile per la sua attività professionale deve tenerlo indenne, in quanto l'attività di curatore fallimentare rientra tra le possibili attività professionali che la legge prevede espressamente per i commercialisti.
CASS. CIV. – SEZ. I, 10 GIUGNO 2015, N. 12055, sent. Il decreto ingiuntivo che, prima della dichiarazione di fallimento, non sia ancora munito del decreto di esecutorietà e quindi non è passato in cosa giudicata formale e sostanziale non può opporsi alla dichiarazione di fallimento, neppure qualora nell'ipotesi in cui il decreto ex art. 647 c.p.c. venga emesso successivamente, tenuto conto del fatto che, intervenuto il fallimento, ogni credito, deve essere accertato nel concorso dei creditori ai sensi dell'art. 52 l. fall.
CASS. CIV. – SEZ. I, 10 GIUGNO 2015, N. 12054, sent. Nel procedimento di opposizione allo stato passivo ex art. 98 l. fall., per la produzione di documenti a sostegno dell'istanza di ammissione al passivo non può trovare applicazione il divieto sancito all'art. 345 c.p.c. Pur avendo natura impugnatoria, l'opposizione allo stato passivo non costituisce un giudizio d'appello: si tratta di un rimedio volto ad eliminare un provvedimento emesso sulla base di una cognizione sommaria.
CASS. CIV. – SEZ. I, 5 GIUGNO 2015, N. 11705, sent. È nulla la dichiarazione di fallimento emessa in assenza di convocazione del debitore, nelle forme previste dall'art. 145 c.p.c.
CONCORDATO PREVENTIVO CASS. CIV. – SEZ. I, 10 GIUGNO 2015, N. 12047, sent. Se non è provato che l'attività stragiudiziale svolta dal legale rappresentante nella fase che precede il giudizio di omologa del concordato preventivo abbia il carattere della continuità e dell'organicità, al professionista non può essere riconosciuto il relativo compenso.
LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA Rapporti pendenti - indennità CASS. CIV. – SEZ. I, 24 GIUGNO 2015, N. 13088, sent. L'indennità di fine rapporto, spettante ai sensi dell'art. 6, d.l. 576/78, conv. l. 738/78, per i rapporti d'agenzia risoluti di diritto al momento della pubblicazione del decreto con cui è promossa la procedura di liquidazione coatta amministrativa, riguarda esclusivamente la risoluzione ipso iure del rapporto e non comprende le ipotesi di scioglimento del rapporto per volontà delle parti.
AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA Ammissione al passivo – Fondo di garanzia CASS. CIV.- SEZ. LAVORO, 3 GIUGNO 2015, N. 11478, sent. La surroga del Fondo di garanzia gestito dall'INPS, ai sensi della legge n. 297/82, art. 2, comma 7, nel privilegio spettante al lavoratore, ai sensi dell'art. 2751 bis e 2776 c.c., consente al Fondo stesso di essere ammesso nella procedura fallimentare nelle medesima posizione che avrebbe assunto il lavoratore: non dunque in maniera integrale ma coi limiti sanciti dalla legge fallimentare agli artt. 54, 55 e 59, comprendendo nel credito privilegiato i soli interessi maturati sino alla vendita, nonché la rivalutazione monetaria maturata sino al momento in cui lo stato passivo diventa definitivo.
REATI CONCORSUALI Bancarotta distrattiva – elemento oggettivo CASS. PEN. – SEZ. V, 24 GIUGNO 2015, N. 26697 sent. La responsabilità per il delitto di bancarotta per distrazione, ascrivibile all'imprenditore fallito, richiede l'accertamento della previa disponibilità, da parte di quest'ultimo dei beni dell'impresa. Tale accertamento non è subordinato ad alcun onere dimostrativo da parte del fallito nè da alcuna presunzione.
CASS. PEN. – SEZ. V, 16 GIUGNO 2015, N. 25175, sent. Dato l'obbligo giuridico in capo al fallito di fornire dimostrazione della destinazione dei beni acquisiti al suo patrimonio, qualora l'imprenditore che abbia avuto nella sua disponibilità determinati beni e non sia in grado di dar conto del loro mancato reperimento né sappia giustificare la loro destinazione per effettive necessità dell'impresa, si deve ritenere che tali beni siano stati dolosamente distratti. Ai fini della configurabilità del delitto di bancarotta fraudolenta documentale, le condotte di mancata consegna ovvero di sottrazione, di distruzione o di omessa tenuta dall'inizio della documentazione contabile, sono tra loro equivalenti, pertanto non è necessario accertare quale ipotesi si in concreto stata posta in essere se è certa la sussistenza di una di esse ed è acquisita la prova in capo all'imprenditore dello scopo di recare pregiudizio ai creditori nonché di ostacolare la ricostruzione di movimento degli affari
CASS. PEN. – SEZ. V, 4 GIUGNO 2015, N. 23997, sent. La sussistenza di vantaggi compensativi di gruppo, di cui al comma 3 dell'art. 2634 c.c., non impedisce in configurarsi del reato di bancarotta fraudolenta per distrazione quando questo abbia ad oggetto trasferimenti di risorse all'interno del gruppo al quale la società fallita faccia parte. La fattispecie del reato di bancarotta societaria da reato di infedeltà patrimoniale (art. 223, comma 2 n. 1, l. fall) può concorrere con il reato di bancarotta fraudolenta: tra i due reati vi è un rapporto di specialità reciproca data la presenza nell'ipotesi dell'art. 2634 c.c di elementi, quali il preesistente conflitto di interessi dell'amministratore, non contemplati nella struttura della bancarotta fraudolenta; inoltre si tratta di norme incriminatrici poste a tutela di interessi differenti attinenti rispettivamente al patrimonio sociale ed alla garanzia dei creditori. |