I ragionieri iscritti agli albi dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, ma privi di laurea quinquennale in materie economiche o giuridiche, non potranno procedere all'iscrizione nel registro degli organismi deputati alla gestione della crisi da sovraindebitamento, nonostante posseggano “una specifica e ampiamente riconosciuta formazione per una simile attività professionale”.
La denuncia arriva in una nota del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, e prende le mosse dalla previsione contenuta nell'art. 4, comma 5 del D.M. 24 settembre 2014, n. 202, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 27 gennaio, che stabilisce i requisiti di iscrizione nel suddetto registro (si veda, sul punto, la precedente news de IlFallimentarista).
Tra i requisiti rientra, appunto, il possesso di una laurea magistrale, o di titolo di studio equipollente, in materie economiche o giuridiche, con l'effetto di tagliare fuori dalla partecipazione ai predetti organismi, istituiti dalla Legge n. 3/2012, quasi 35 mila ragionieri. Detta esclusione – fanno notare Felice Ruscetta e Maria Rachele Vigani, Consiglieri nazionali del CNDCEC delegati alla materia – appare in contraddizione con le disposizioni transitorie del citato D.M., che prevedono l'esenzione dall'attività di formazione obbligatoria, per i prossimi tre anni, dei professionisti appartenenti agli ordini professionali dei notai, degli avvocati e dei commercialisti, a patto che “documentino di essere stati nominati, in almeno quattro procedure, curatori fallimentari, commissari giudiziali, delegati alle operazioni di vendita nelle procedure esecutive immobiliari ovvero per svolgere i compiti e le funzioni dell'organismo o del liquidatore”: tutti incarichi – sottolineano Ruscetta e Vigani - per i quali i ragionieri hanno l'abilitazione. Il Decreto valuta dunque idonei, seppur implicitamente, alla funzione di compositore delle crisi “quegli stessi ragionieri che di fatto esclude nel momento in cui fissa i requisiti”.
Serve dunque, spiegano i commercialisti, “una soluzione che chiarisca questa evidente ambiguità normativa" e che si parta al più presto con il Registro: il CNDCEC, insieme alla Fondazione Adr commercialisti, sta già lavorando per fornire agli iscritti istruzioni e linee guida sulla gestione concreta dei casi di sovraindebitamento.
(Fonte: Fiscopiù)