Continuano ad aumentare le chiusure aziendali: nell'ultimo trimestre (luglio-settembre) il numero delle procedure concorsuali ha raggiunto i massimi degli ultimi dieci anni.
La panoramica dell'attuale situazione ci viene fornita da uno studio del Cerved Group, “Osservatorio su fallimenti, procedure e chiusure d'imprese” relativo a novembre 2013: nei primi nove mesi dell'anno si sono contate più di 62 mila procedure concorsuali o di liquidazione volontaria, si tratta del 7,3 % in più rispetto all'anno precedente.
I fallimenti sono aumentati del 12,1%. Dall'inizio dell'anno sino a settembre sono stati dichiarati quasi 10.000 fallimenti, 2.500 nell'ultimo trimestre del periodo sinora monitorato. Si tratta di un incremento che colpisce tutto il Paese, con la situazione più grave nel Nord Est: il numero delle procedure fallimentari avviate nei confronti degli imprenditori di questa zona è aumentato del 18%.
Si tratta di un incremento che tocca indistintamente le diverse forme giuridiche (+ 12, 6% per le società di capitale, + 10, 2% per le società di persone e +11, 4 per le altre forme giuridiche) e coinvolge quasi tutti i settori dell'economia. Ad essere maggiormente colpite da procedure fallimentari sono le imprese di servizi (+ 14 %), seguite dalla manifattura (+ 11,7 %, a fronte di un – 6,5% dello scorso anno) e dal settore delle costruzioni (+ 9,7%).
La situazione non migliora se si guardano le cifre relative alle altre procedure concorsuali. Anzi, rispetto al 2012 l'aumento è addirittura del 43%. Così come per le procedure fallimentari, si tratta di una crescita trasversale che tocca tutti i settori, con picchi tra le imprese manifatturiere e quelle edilizie (rispettivamente + 68% e + 37 %), e che coinvolge l'intera penisola con in testa, anche in questo caso, il Nord Est: +60%.
Il ricorso al concordato c.d. “in bianco” è cresciuto in particolare del 91%: dal giorno dell'entrata in vigore delle nuove norme si contano quasi 5 mila domande. Questo dato riguarda il numero di istanze presentate ai sensi dell'art. 161, comma 6, l. fall.; infatti, solo al 35,8% delle domande di concordato preventivo ha fatto seguito un'omologazione del piano di risanamento.
Significativo il fatto che questo trend, anche se a livelli più contenuti (+5,2%), abbia coinvolto anche le liquidazioni volontarie avviate da aziende in bonis, ossia quelle aziende senza precedenti procedure concorsuali.
I dati esposti sono il risultato a cui ha condotto la crisi sistemica che sta colpendo le imprese italiane e che non dà cenno di arrestarsi: come dimostrano le cifre dello studio, le chiusure risultano in netto aumento in tutti i macro settori dell'imprenditoria e coinvolgono l'intero territorio italiano.
La crisi economica ha condotto anche ad una crescita dei reati fiscali. Con il Bilancio di responsabilità sociale della procura di Milano si denuncia una crescita del 62,6% di questa tipologia di reati rispetto al 2012 e le stime previste per il 2014, da parte dell'Agenzia delle Entrate, segnalano un aumento del 74 % delle omesse dichiarazioni dei redditi e del 59% dell'omessa dichiarazione di altre imposte.
Come si legge nel Bilancio di responsabilità, le cause di una tale situazione sono da individuarsi nella ‹‹congiuntura negativa e nella scarsa disponibilità finanziaria dei cittadini, motivazione che “giustifica” anche l'incremento dei crimini economici in generale (+23%)››.