I Tribunali chiudono: parte la riforma della geografia giudiziaria
La Redazione
16 Settembre 2013
E' scattata lo scorso venerdì, 13 settembre, la riforma della geografia giudiziaria, di cui al decreto legislativo n. 155/2012, che prevede il taglio di quasi la metà degli uffici giudiziari italiani: oltre a 30 tribunali e Procure, vengono soppresse tutte le 220 sedi distaccate, i cosiddetti “tribunalini”, e 667 uffici del Giudice di Pace.
E' scattata lo scorso venerdì, 13 settembre, la riforma della geografia giudiziaria, di cui al decreto legislativo n. 155/2012, che prevede il taglio di quasi la metà degli uffici giudiziari italiani: oltre a 30 tribunali e Procure, vengono soppresse tutte le 220 sedi distaccate, i cosiddetti “tribunalini”, e 667 uffici del Giudice di Pace. Al via tra le proteste. Prosegue la protesta dell'Avvocatura, contraria sin dall'inizio a questa riforma, definita “un fallimento annunciato”. Il taglio sul territorio di tribunali e sedi distaccate, afferma Nicola Marino, presidente Oua, non intacca i veri sprechi e rischia di portare la Giustizia nel caos. Anche perché, sottolineano, c'è già troppa confusione intorno alla riforma, alla luce dei 42 decreti correttivi, dei ripetuti rinvii che hanno interessato solo alcuni comuni, e di alcune sospensioni delle chiusure da parte del Tar, ultime quelle di Bari per Cerignola e Rodi Garganico. L'Avvocatura: puntare all'efficienza, non allo smantellamento. Il Cnf ha convocato una riunione con tutte le componenti dell'Avvocatura, il 13 settembre, per “analizzare la grave situazione in cui versa lo stato della giustizia”, prendendo atto dell'azione di “desertificazione alla quale essa è soggetta”, e per valutare iniziative istituzionali. Si è deciso, dunque, di avviare un monitoraggio sull'attuazione della riforma: verrà chiesto agli Ordini forensi di inviare tutti i dati “oggettivamente utili per valutare disservizi e mancanze”. Peraltro, in mancanza di una espressa disposizione nel d.lgs. n. 155/2012, che concerna la sorte degli Ordini con sede presso i tribunali soppressi, il Consiglio Nazionale Forense ritiene che “tutti gli Ordini oggi esistenti conservano le loro prerogative, dovendo perciò continuare a svolgere i loro compiti istituzionali”. Il Guardasigilli: la riforma non si ferma, ma si può correggere. Intanto, il ministro Cancellieri apre a possibili modifiche della normativa, dicendosi disponibile al monitoraggio in corso d'opera della situazione “per valutare in un prossimo futuro, l'eventualità di interventi correttivi entro i termini previsti dalla legge”, pur confermando che è impossibile fermare, oggi, la riforma. Da parte sua l'Oua ha chiesto le dimissioni del ministro della giustizia, per la “mancanza assoluta di volontà di confronto” su un tema delicato come quello della riforma della geografia giudiziaria.
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