Fallimento e procedure concorsuali anche per gli enti non profit

La Redazione
27 Luglio 2015

E' una delle principali proposte contenute in un documento redatto dalla Commissione “non profit” del Consiglio Nazionale dei commercialisti sul disegno di legge di riforma del Terzo settore, approvato dalla Camera e attualmente al vaglio della Commissione Affari Costituzionali del Senato.

E' una delle principali proposte contenute in un documento redatto dalla Commissione “non profit” del Consiglio Nazionale dei commercialisti sul disegno di legge di riforma del Terzo settore, approvato dalla Camera e attualmente al vaglio della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Il disegno di legge rappresenta un passaggio epocale per la riorganizzazione del settore, nonché un'occasione importante per prendere coscienza della rilevanza significativa che gli enti del Terzo settore possono assumete dal punto di vista dimensionale. In tale contesto, evidenzia il presidente del CNDCEC, «la previsione di una disciplina sulla fallibilità e, quindi, sull'accesso alle varie forme delle procedure concorsuali, appare opportuna, al fine di garantire adeguatamente i soggetti che, a diversi livelli, interagiscono con tali enti».
I commercialisti chiedono inoltre l'introduzione di adeguate e dettagliate norme transitorie che garantirebbero una migliore gestione dei profili tecnici e applicativi delle nuove disposizioni.
In tema di pubblicità e trasparenza, il documento redatto del CNDCEC evidenzia il disappunto della categoria in merito all'ipotesi di istituire un Registro Unico del Terzo settore presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Una soluzione migliore, sottolinea Longobardi, può essere individuata nel preservare la positiva esperienza ventennale del Registro delle imprese delle Camere di commercio, il quale è in grado di fornire adeguate garanzie di funzionalità e trasparenza.
Altra proposta formulata dai commercialisti è quella di prevedere condizioni agevolate anche in termini di minor costo per il deposito degli atti degli enti privati del Terzo settore, in modo tale da contenere i costi complessivi della tenuta del Registro delle imprese, rispetto alla definizione di una struttura nuova.
Infine, si appalesano necessari adeguati strumenti di rendicontazione e controllo, i quali, sottolinea il Consigliere nazionale delegato alla materia Sandro Santi, costituiscono un «obbligo morale, prima ancora che normativo».

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