Codice Civile art. 2079 - Rapporti di associazione agraria e di affitto a coltivatore diretto.Rapporti di associazione agraria e di affitto a coltivatore diretto. [I]. La disciplina del contratto collettivo di lavoro si applica anche ai rapporti di associazione agraria regolati dal capo II del titolo II [2141 ss.] ed a quelli di affitto a coltivatore diretto del fondo [1647 ss.]. [II]. Tuttavia in questi rapporti il contratto collettivo non deve contenere norme relative al salario, all'orario di lavoro, alle ferie, al periodo di prova, od altre che contrastino con la natura dei rapporti medesimi. InquadramentoLa norma estende l'applicabilità della disciplina del contratto collettivo di lavoro (destinata per sua natura a regolare i rapporti individuali di lavoro subordinato) ai rapporti di associazione agraria regolati dal capo II del titolo II del libro V (mezzadria, colonia parziaria, soccida) ed a quelli di affitto a coltivatore diretto. La dottrina ha chiarito che la ratio di una simile estensione della disciplina di fonte pattizia collettiva a tutte le manifestazioni del lavoro agricolo non risiede in una pretesa comune natura giuridica dei rapporti configurabili in tale settore produttivo, bensì nella considerazione della condizione sociale ed economica del lavoratore agricolo in genere la quale ha consigliato l'applicazione, quando possibile, della normazione di categoria, come la più idonea a conseguire la tutela dei suoi interessi, sia che partecipi al processo produttivo quale lavoratore autonomo, subordinato o compartecipe, oppure quale associato (Grechi, 468). Non contrasta con una simile considerazione la constatazione che il secondo comma dell'articolo in esame escluda che per i contratti associativi in oggetto il contratto collettivo possa dettare disposizioni sul salario, sull'orario di lavoro, sulle ferie, sul periodo di prova, o qualsiasi altra disposizione che contrasti con la natura dei rapporti medesimi. Infatti, sono questi istituti oggettivamente inconciliabili con la struttura propria dei rapporti associativi o di affitto (Riva Sanseverino, in Com. S.B., 143). Va tuttavia evidenziato che i contratti collettivi di cui tratta l'articolo in esame sono solamente quelli corporativi e pertanto, l'abolizione dell'ordinamento corporativo ha comportato inevitabilmente una forte limitazione del campo di operatività della norma, ormai ristretta alle disposizioni contenute nei contratti collettivi già stipulati e pubblicati secondo le norme corporative, mantenute in vigore, «salvo le successive modifiche», dall'art. 43 d.lgs.lgt. n. 369/1944. Ulteriore motivo della significativa riduzione dell'ambito di applicabilità della norma deriva dall'accentuato processo di tipizzazione legale dei rapporti agrari mediante la loro sostanziale riconduzione ad un'unica figura, quella dell'affitto, la quale, per di più, è oggetto di una articolata disciplina legale di carattere imperativo e dunque inevitabilmente limitativa dell'autonomia contrattuale individuale e collettiva di categoria (v., in particolare, la l. n. 203/1982). 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