Codice Civile art. 2646 - Trascrizione delle divisioni.Trascrizione delle divisioni. [I]. Si devono trascrivere le divisioni [537 3, 542 3, 566 2, 713, 1111 ss.] che hanno per oggetto beni immobili [812], come pure i provvedimenti di aggiudicazione degli immobili divisi mediante incanto [719; 788 c.p.c.], i provvedimenti di attribuzione delle quote tra condividenti e i verbali di estrazione a sorte delle quote [729]. [II]. Si devono pure trascrivere la domanda di divisione giudiziale [784 c.p.c.] e l'atto di opposizione indicato dall'articolo 1113, per gli effetti ivi enunciati [224 trans.]. InquadramentoQuesta forma di trascrizione speciale ha per oggetto le divisioni, volontarie o giudiziali, che riguardano beni immobili, nonché i provvedimenti di aggiudicazione di beni immobili divisi mediante incanto, e i provvedimenti di attribuzione delle quote tra condividenti ed, infine, i verbali di estrazione a sorte delle quote. Si tratta di una forma di pubblicità che non produce gli effetti previsti dall'art. 2644 perché la natura dichiarativa di cui all'art. 757 considera il trasferimento delle quote indivise degli altri coeredi come di proprietà del singolo erede ab origine. Ne consegue che la trascrizione in tal caso non è destinata a dirimere un conflitto tra chi ebbe ad acquistare dai coeredi e l'assegnatario attuale considerato: a) che costui non trae il suo acquisto dai coeredi b) che l'originario alienante non potrebbe rilevare il difetto di trascrizione del trasferimento. Pubblicità atipicaLa dottrina per ciò che concerne i trasferimenti successivi all'assegnazione, la pubblicità non risolverebbe il conflitto perché ove un terzo abbia acquistato dal non assegnatario costui ha, in realtà, acquistato a non domino e, dunque, la trascrizione non potrà tenere luogo alla carenza del potere di disposizione del bene. La giurisprudenza di legittimità ha discusso circa l'applicabilità dell'art. 2650 rilevando da un lato che il principio di continuità riguarderebbe solo i trasferimenti laddove la divisione riveste natura solo dichiarativa e dall'altro che la trascrizione delle divisioni è richiesta dall'art. 2646 in ossequio al principio della continuità delle trascrizioni, ma non già agli effetti di cui all'art. 2644, ossia l'opponibilità ai terzi (Cass n. 2800/1985) a meno che, per eventuali manifestazioni negoziali dei condividenti, lo scioglimento della comunione, negozio avente natura dichiarativa, non si accompagni a disposizioni che comportano effetti costitutivi o traslativi. Secondo la dottrina (Triola, 148) occorre, tuttavia, distinguere tra gli atti di disposizione dei beni da parte dei condividendi e le relative trascrizioni anteriori a quella della divisione che le rende, tra l'altro, inopponibili all'assegnatario, perché prima di tale momento il principio di continuità delle trascrizioni troverebbe comunque applicazione secondo il principio della priorità degli acquisti. In proposito, secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 19550/2009) la trascrizione della domanda giudiziale di divisione non rende inefficace l'ipoteca iscritta successivamente sul bene dal creditore di uno dei comunisti, ma esime i comproprietari dall'onere di chiamare in giudizio il creditore, affinché lo scioglimento della comunione abbia effetto nei suoi confronti, anche se l'approvazione dell'attribuzione delle quote nel giudizio di divisione avvenga dopo l'iscrizione dell'ipoteca, avuto riguardo all'effetto di prenotazione che si riconnette alla trascrizione della domanda di divisione. Molto discussa dalla dottrina, in relazione alla specialità della disposizione, l'applicabilità dell' art. 764. Secondo la giurisprudenza (Cass. II, n. 5167/1986) la trascrizione ex art. 2646 sarebbe ammissibile in via ipotetica nel caso di alienazione di parte comune rispetto al vincolo di destinazione. 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