Osservatorio sulla Cassazione - Settembre 2016
05 Ottobre 2016
FALLIMENTO
Azione revocatoria ordinaria – par condicio creditorum Cass. Civ. – Sez. I, 28 settembre 2016, n. 19197, sent. Sussistono i presupposti per l'esercizio dell'azione revocatoria ordinaria quando una banca, consapevole dello stato di dissesto in cui si trova una società – desumibile dalla grave esposizione debitoria, dai protesti e dalla segnalazione alla centrale rischi della Banca d'Italia – stipuli un contratto di mutuo garantito da ipoteca col fine di assicurarsi la piena possibilità di soddisfare i propri crediti tramite l'esclusione degli altri creditori dal concorso sul ricavato della vendita dell'immobile su cui è stata iscritta ipoteca. In tal caso sussistono, infatti, tutti gli elementi costitutivi dell'azione revocatoria poiché non può mettersi in discussione né la scientia decoctionis, né il consilium fraudis da parte della banca, né il danno inferto agli altri creditori.
Presupposti di fallibilità – prova dell'insussistenza Cass. Civ.- Sez. I, 13 settembre 2016, n. 17951, sent. Ai fini della valutazione sulla sussistenza dei presupposti di fallibilità, le copie informali di bilanci, mai depositati né approvati, sono da equiparare alla mancata produzione degli stessi che si risolve in una violazione dell'art. 15 l. fall., tale da ripercuotersi negativamente sul tentativo dell'imprenditore di dimostrare il non raggiungimento delle soglie poste dall'art. 1, comma1, l. fall. Inoltre, con riferimento al parametro dell'indebitamento, ex art. 1, comma 2, lett c), l'omesso riferimento agli ultimi tre esercizi – presente invece nelle lettere a) e b) – non può ritenersi casuale e, pertanto, per calcolare l'ammontare del debito si fa riferimento alla contabilità dell'impresa al momento in cui il Tribunale decide sull'istanza di fallimento, non rilevando l'epoca di insorgenza dell'insolvenza.
Crediti tributari – ammissione al passivo Cass. Civ. – Sez. V, 12 settembre 2016, n. 17927, ord. La società concessionaria per la riscossione di crediti tributari al fine di poter essere ammessa al passivo non è necessario che provi l'avvenuta notifica della cartella esattoriale al fallito, essendo sufficiente l'iscrizione a ruolo. Eccezione a tale regola generale si ha nell'ipotesi in cui, a fronte di contestazioni del curatore, si abbia ammissione con riserva, in tali situazioni è infatti richiesta la prova della notifica della cartella.
Fallimento di società cancellata – PEC Cass. Civ. - Sez.I, 8 settembre 2016, n. 17767, sent. L'art. 10 l. fall., che stabilisce la possibilità di dichiarare il fallimento di una società entro un anno dalla sua cancellazione dal Registro delle imprese, implica una finzione legislativa con cui tale società estinta si ritiene comunque “esistente” ai fini processuali in ambito concorsuale, ossia per l'istruttoria prefallimentare e le successive impugnazioni. Ciò significa che essa è parte anche del giudizio che ha ad oggetto il ricorso per la dichiarazione di fallimento, che può essere validamente notificato alla sede sociale ovvero all'indirizzo, anche PEC, cancellati dal Registro.
Fallimento – contratto preliminare Cass. Civ.- Sez. VI, 5 settembre 2016, n. 17627, sent. Se la richiesta di esecuzione specifica dell'obbligo di concludere un contratto (ex art. 2932 c.c.) è stata trascritta nel Registro delle imprese in un momento antecedente alla dichiarazione di fallimento della controparte, il curatore fallimentare subentrato nel rapporto può recedere dal contratto in questione, ma tale recesso non avrà effetti nei confronti di colui che ha proposto domanda di esecuzione specifica. Ciò ai sensi degli artt. 2652 c.c. e 45 l. fall. che rendono opponibili agli organi della procedura le trascrizioni anteriori al fallimento.
CONCORDATO PREVENTIVO
Ammissibilità del concordato – giudizio dell'attestatore Cass. Civ. - Sez. I, 14 settembre 2016, n. 18091, sent. L'organo giudicante al fine di valutare l'ammissibilità del piano concordatario deve ricorrere alla valutazione dell'attestatore, soggetto che egli a livello processuale può equipararsi ad un ausiliario del giudice. Questo, però, non significa che tale attestazione, che fornisce dati, informazioni, e valutazioni effettuate dall'interno, debba ritenersi vincolante per il giudice, potendo egli comunque discostarsene, così come potrebbe fare a fronte di non condivise valutazioni di un suo ausiliario.
Decreto di omologa – reclamo in appello Cass. Civ. - Sez. I, 13 settembre 2016, n. 17949, sent. Dal combinato disposto degli artt. 180, comma 3 e 183, comma 1, l. fall. deriva che la pronuncia sull'omologazione può essere oggetto di reclamo in appello allorché l'omologazione stessa sia negata, ovvero sia accolta nonostante la presenza di opposizioni, mentre, se nessun creditore abbia proposto opposizione, è ammissibile il ricorso immediato per Cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., comma 7, trattandosi di decreto dotato dei caratteri della decisorietà e della definitività, in quanto obbligatorio per i creditori rispetto ai quali determina una riduzione delle rispettive posizioni creditorie.
REATI CONCORSUALI
Bancarotta documentale – amministratore di fatto Cass. Pen. – Sez. V, 23 settembre 2016, n. 39681, sent. L'amministratore di fatto di una società risponde del reato di bancarotta documentale per la semplice omissione dei doveri discendenti da tale ruolo, non essendo invece necessaria la prova di un suo contributo effettivo alla consumazione dell'illecito penale, richiesta solamente per affermare la responsabilità di un concorrente extraneus. A tal fine, amministratore di fatto è colui che esercitata un'apprezzabile attività gestoria, svolta in modo non occasionale.
Bancarotta fraudolenta – misure cautelari personali Cass. Pen. – Sez. II, 15 settembre 2016, n. 39361, sent. Nonostante la dichiarazione di fallimento sia presupposto del reato di bancarotta fraudolenta, è legittima l'applicazione di misure cautelari personali per detto reato anche prima della pronunzia della sentenza dichiarativa di fallimento, qualora ricorrano le condizioni previste dall'art. 238, comma 2, l. fall. per l'esercizio anticipato dell'azione penale, ossia quando concorrano gravi motivi e già esista o sia contemporaneamente presentata domanda per ottenere la dichiarazione suddetta.
Bancarotta – responsabilità amministratore Cass. Pen. – Sez. V., 15 settembre 2016, n. 38302, sent. L'imprenditore fallito o l'amministratore della società fallita che, anche solo per negligenza, abbia omesso, sotto il profilo formale, di tenere le scritture contabili obbligatorie o le abbia tenute in modo irregolare o incompleto ma che, sotto il profilo sostanziale, abbia lasciato comunque traccia di tutte le sue operazioni gestorie, evincibili dai documenti contabili (fatture, bolle di accompagnamento conservate presso di sé, estratti conto bancari, altre annotazioni comunque intellegibili, etc.), in modo tale che a posteriori sia possibile ricostruire il patrimonio e il movimento degli affari, non risponde del reato di bancarotta fraudolenta ma di quello meno grave di bancarotta semplice.
Bancarotta fraudolenta – gruppi di società Cass. Pen. – Sez. V, 5 settembre 2016, n. 36824, sent. Il concetto di gruppo di società ha esclusivamente valenza finanziaria e programmatica lasciando intatta la distinzione giuridico-patrimoniale tra le diverse società. Tale autonomia soggettiva delle società che fanno parte di un gruppo comporta che l'affidamento dei creditori di ciascuna società del gruppo sia riposto sulle sole capacità patrimoniali della società nei cui confronti vantano la pretesa. Consegue che i trasferimenti di risorse effettuati da una società in favore di altre, pur ricomprese nello stesso gruppo, pregiudicando e frustrando le aspettative dei creditori della finanziatrice, integrano una vera e propria distrazione, salvo che tali trasferimenti siano giustificati da congrui passaggi compensativi. |