Osservatorio sulla Cassazione - Ottobre 2016

La Redazione
16 Novembre 2016

Torna l'appuntamento con l'osservatorio sulla Corte di Cassazione: una rassegna delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di ottobre.

FALLIMENTO

Procedura fallimentare – ragionevole durata

Cass. Civ. – Sez. VI, 26 ottobre 2016, n. 21670, sent.

La ragionevole durata di una procedura fallimentare, ai fini di un eventuale risarcimento del danno, è da stimarsi, secondo orientamento giurisprudenziale consolidato, in cinque anni se si tratta di un procedimento di media complessità, elevabile fino a sette qualora si presenti una complessità notevole. Tale ultima ipotesi si verifica, ad esempio, in presenza di un elevato numero di creditori, di una particolare natura o situazione giuridica dei beni da liquidare, della proliferazione di giudizi connessi alla procedura, ma autonomi e quindi a loro volta di durata condizionata dalla complessità del caso, oppure della pluralità delle procedure concorsuali interdipendenti.

Dichiarazione di fallimento – confisca

Cass. Pen. – Sez. III, 25 ottobre 2016, n. 44936, sent.

Il sequestro, finalizzato alla confisca per equivalente di beni appartenenti ad una società successivamente dichiarata fallita, rimane “insensibile” rispetto a tale dichiarazione. Ciò si verifica in quanto l'art. 72 l. fall. individua proprio in suddetta pronuncia il momento in cui la Curatela acquisisce la disponibilità dei beni del soggetto fallito, che prima di questo istante devono ritenersi nella disponibilità dell'indagato e pertanto assoggettabili alla cautela reale.

Curatore fallimentare – scioglimento del preliminare

Cass. Civ.- Sez. III, 20 ottobre 2016, n. 21251, sent.

La facoltà prevista in capo al Curatore ex art. 72, comma 4, l. fall. di sciogliersi da un contratto preliminare di vendita stipulato dal fallito e ancora non eseguito può essere esercitata fino a che non si abbia l'esecuzione del contratto preliminare - o tramite la stipulazione del contratto definitivo o a seguito del passaggio in giudicato della sentenza costitutiva ex art. 2932 c.c. -, momento in cui si realizza il trasferimento del bene e, dunque, è esercitabile anche nel giudizio di appello. Il limite alla proponibilità delle eccezioni in senso proprio, previsto dall'art. 345 c.p.c., non ha rilevanza rispetto al compimento del predetto atto, il quale costituisce esercizio di un diritto potestativo di carattere sostanziale ed è manifestazione di una scelta discrezionale spettante al curatore.

Società in accomandita semplice – fallimento in estensione

Cass. Civ. Sez. VI, 13 ottobre 2016, n. 20671, ord.

Il fallimento di un socio accomandatario di una s.a.s., ai sensi dell'art. 147 l. fall., può essere dichiarata anche dopo un anno dall'annotazione sul Registro delle imprese della nomina del liquidatore della società. Infatti, la messa in liquidazione di una s.a.s. non fa venir meno la responsabilità dei soci accomandatari, dato che nessuna norma prevede una tale disciplina, né tale conseguenza può farsi derivare dall'attribuzione dei poteri di gestione a un liquidatore. Essi rispondono in quanto soci e non perché abbiano o meno ricoperto anche la carica di amministratori.

CONCORDATO PREVENTIVO

Domanda di ammissione al concordato – competenza per territorio

Cass. Civ. – Sez. VI, 17 ottobre 2016, n. 20938, ord.

La competenza territoriale per la valutazione della domanda di concordato spetta al tribunale del luogo in cui l'imprenditore ha la sede principale dell'impresa, che di regola s'indentifica con la sede sociale a meno che non siano portate delle prove univoche che smentiscano tale presunzione. Tra le prove che possono far venire meno questa identità vi rientrano: la valutazione del luogo in cui vengono svolte le assemblee ordinaria e straordinaria, dove sono redatti i bilanci dal c.d.a., dove si trova il capitale sociale e i beni immobili della società; non assume invece rilevanza a tal fine la circostanza che la delibera di messa in liquidazione e quella di ricorso al concordato siano state prese in un posto differente rispetto alla sede legale.

Crediti prededucibili – concordato preventivo

Cass. Civ. - Sez. VI, 7 ottobre 2016, n. 20113, sent.

Sono considerati prededucibili, ai sensi dell'art. 111, comma 2, l. fall., tra gli altri i crediti “sorti in occasione [...] delle procedure concorsuali” di cui alla medesima legge, tra le quali quella di concordato preventivo. Per individuare tali crediti l'elemento cronologico dell'“occasione” deve essere integrato con un implicito elemento soggettivo, identificabile nella riferibilità del credito all'attività degli organi di procedura, altrimenti il criterio sarebbe irragionevole. Infatti, in virtù del primo criterio, l'attività degli organi della procedura dà luogo a crediti prededucibili indipendentemente dalla verifica in concreto della funzionalità rispetto alle esigenze della procedura, mentre, in virtù del secondo criterio, l'attività del debitore, ammesso alla procedura di concordato preventivo, dà luogo alla prededuzione quando sia funzionale alle predette esigenze.

Concordato con cessione dei bene – legittimazione all'esercizio delle azioni

Cass. Civ. - Sez. lav., 5 ottobre 2016, n. 19923, sent.

Nel concordato liquidatorio la proprietà dei beni e la titolarità dei crediti non si trasferiscono in capo agli organi della procedura; infatti, soggetti a tale passaggio sono esclusivamente i poteri di gestione finalizzati alla liquidazione. Da ciò segue che l'imprenditore, ammesso al concordato, conserva il diritto di esercitare in proprio le azioni a tutela del proprio patrimonio (o a resistervi nei confronti dei terzi), e che in un eventuale procedimento di questo tipo il collegio dei liquidatori non è né legittimato passivo, né litisconsorte necessario.

REATI CONCORSUALI

Bancarotta fraudolenta - amministratore di diritto

Cass. Pen. – Sez. VII, 24 ottobre 2016, n. 44513, ord.

Nelle ipotesi della bancarotta documentale può ben ritenersi responsabile del reato anche colui che sia stato investito soltanto in via formale dell'amministrazione dell'impresa fallita. Ciò a fronte del diretto e personale obbligo previsto in capo all'amministratore di diritto di vigilare, controllare e verificare le scritture contabili, di modo che queste consentano di ricostruire i movimenti degli affari della fallita.

Bancarotta – elemento soggettivo

Cass. Pen. - Sez. V, 18 ottobre 2016, n. 44103, sent.

In tema di reati fallimentari, la condotta sanzionata dal reato di bancarotta non è quella di aver cagionato lo stato di insolvenza o di avere provocato il fallimento della società, bensì quella di avere depauperato l'impresa destinando delle risorse ad impieghi estranei alla dinamica imprenditoriale, con la conseguenza che non è necessario che la rappresentazione e la volontà dell'agente investano il fallimento o il dissesto aziendale, essendo sufficiente che si riferiscano alla sua diminuzione patrimoniale.

Diffamazione

Cass. Civ. – Sez. III, 13 ottobre 2016, n. 20643, sent.

Risponde di diffamazione, non potendo invocare il diritto di cronaca, colui che diffonde pubblicamente la notizia che taluno sia imputato per il reato di bancarotta fraudolenta quando dagli atti processuali risulta invece accusato di bancarotta preferenziale, essendo i due reati oggettivamente diversificati sia sotto il profilo delle condotte illecite considerate, sia nella prospettiva delle sanzioni irrogabili.

Bancarotta semplice – società in accomandita semplice

Cass. Pen. – Sez. V, 6 ottobre 2016, n. 42310, sent.

L'amministratore di una società in accomandita semplice non può ritenersi responsabile ex art. 224, n. 2, l. fall. del reato di bancarotta semplice per aver concorso a cagionare il dissesto della società non essendosi attivato, in presenza di una causa di scioglimento ex art. 2484 c.c. (riduzione del capitale minimo leale), per convocare l'assemblea per le delibere del caso (art. 2482-ter c.c.) e per richiedere il fallimento. Tali disposizioni, infatti, proprie della disciplina delle società di capitali, non trovano applicazione nel caso in cui la fallita sia una società semplice.

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