Osservatorio sulla Cassazione - Novembre 2016
15 Dicembre 2016
Rimesse solutorie e Fallimento Cass. Civ. – Sez. VI – 16 novembre 2016 - n. 23313, ord. Le rimesse intervenute sul conto scoperto sono revocabili, ai sensi dell'art. 67, comma 2, l. fall., atteso che qualsiasi versamento effettuato in presenza di un debito scaduto ed immediatamente esigibile, quale è quello derivante dallo scoperto, costituisce un pagamento (totale o parziale) di quel debito. Né il fatto che il debitore abbia successivamente continuato ad operare sul conto può far venire meno l'effetto solutorio già realizzato, a meno che la banca non fornisca la prova che il denaro versato è rimasto nella disponibilità del correntista.
La prova documentale nel fallimento Cass. Civ. – Sez. I – 16 novembre 2016 – n. 23316, ord. La conformità agli originali degli estratti “uso interno” del conto corrente prodotti in giudizio dalla banca, sia che si ritengano riproduzioni meccaniche di supporti magnetici sia che si qualifichino come mere copie fotografiche delle scritture, non può essere posta in dubbio dal tribunale in mancanza di espresso disconoscimento del curatore. Ne consegue che tali documenti formano piena prova dell'andamento del rapporto di conto corrente.
Ammissione al passivo e scritture prodotte dal creditore Cass. Civ. – Sez. I – 17 novembre 2016 – n. 23425, sent. Nei contratti di conto corrente e di sovvenzione del cui saldo era stata richiesta l'ammissione al passivo, la mancanza di data certa anteriore si configura come fatto impeditivo all'accoglimento della domanda ed, infatti, oggetto di eccezione in senso lato, in quanto tale rilevabile anche d'ufficio dal giudice. L'art. 2704 c.c. non contiene un'elencazione tassativa dei fatti in base ai quali la data di una scrittura privata non autentica deve ritenersi certa rispetto ai terzi , lasciando al giudice di merito la valutazione, caso per caso, della sussistenza di un fatto, diverso dalla registrazione, idoneo, secondo l'allegazione della parte, a dimostrare data certa. Tale fatto può essere oggetto di prova per testi o per presunzioni: prova questa non ammessa solo se direttamente vertente sulla data della scrittura.
La natura concorsuale dei diritti di insinuazione Cass. Civ. – Sez. I – 21 novembre 2016 – n. 23643, sent. Le spese di insinuazione al passivo sostenute dall'Agente della riscossione (i cd diritti di insinuazione), rappresentano i costi normativamente forfetizzati di una funzione pubblicistica e, in quanto previste da una disposizione speciale equiordinata rispetto al principio legislativo di eguaglianza sostanziale e di pari accesso al concorso di tutti i creditori di cui agli artt. 51 e 52 l.fall., hanno natura concorsuale e vanno ammesse al passivo fallimentare in ragione dell'applicazione estensiva dell'art. 17 d.lgs. n. 112/1999, che prevede la rimborsabilità nelle spese relative alle procedure esecutive individuali, atteso che un trattamento differenziato delle due voci di spesa risulterebbe ingiustificato, potendo la procedura concorsuale fondatamente ritenersi un'esecuzione di carattere generale sull'intero patrimonio del debitore.
Insinuazione al passivo di contributi previdenziali Cass. Civ. – Sez. I – 17 novembre 2016 – n. 23426, sent. In caso di condanna del datore al pagamento, in favore del lavoratore, della retribuzione non corrisposta, la quota contributiva rimane definitivamente a carico del datore. Il credito, poiché non è configurabile un diritto del lavoratore a invocare in proprio favore l'adempimento dell'obbligazione per la quota che spetta al datore, va ammesso al passivo al lordo della parte di contributi altrimenti gravante sul lavoratore, in privilegio perché si tratta di credito per retribuzione, esclusa però la parte di competenza del datore.
Dichiarazione di fallimento e validità della notifica Cass. Civ. – Sez. I – 17 novembre 2016 – n. 23430, sent. Nel caso di dichiarazione di fallimento di una società di persone e del socio illimitatamente responsabile, anche in virtù di un ragionevole bilanciamento tra le esigenze di tutela del diritto di difesa e quelle di concentrazione e celerità dello svolgimento delle procedure concorsuali, deve ritenersi che, nel caso in cui il socio dichiarato fallito abbia anche la veste di legale rappresentante della società, la notifica della sentenza ricevuta in questa veste assicuri la piena conoscenza della decisione anche con riguardo alla dichiarazione del suo fallimento personale. Conseguentemente, da detta notifica decorre il termine breve per proporre reclamo anche nella qualità di socio illimitatamente responsabile.
Bancarotta fraudolenta documentale e fallimento Cass. Pen. – Sez. V – 2 novembre 2016 – n. 45998, sent. Commette il reato di bancarotta fraudolenta documentale l'imprenditore che, per evitare la ricostruzione delle operazioni che hanno portato al fallimento societario, decida di disfarsi dei documenti contabili gettandoli nella spazzatura. Nel caso di specie, dalle testimonianze era emerso che l'imprenditore aveva "confuso" i documenti fiscali con altro materiale cartaceo di nessuna rilevanza e nel fare un trasloco, tali scatoloni erano stati gettati nei cassonetti dell'immondizia. Per la Corte, nel comportamento dell'amministratore sussiste una precisa volontà di disfarsi di quelle carte che avrebbero rappresentato la prova evidente della propria responsabilità penale. |