Osservatorio sulla Cassazione - Aprile 2017
12 Maggio 2017
Fallimento e iniziativa del Pubblico Ministero Cass.Civ. – Sez. I – 13 aprile 2017 – n. 9574, sent. Alla richiesta di fallimento formulata dal Pubblico Ministero ai sensi dell'art. 162, comma 2, l.fall. quale conseguenza dell'inammissibilità della proposta di concordato preventivo, non si applica il disposto dell'art. 7, alla cui ratio, peraltro, anche la specifica disciplina della richiesta in questione si conforma.
Concordato preventivo: decreto di omologa e opposizione Cass. Civ. – Sez. I – 3 aprile 2017 – n. 8632, sent. L'art. 183, comma 1, l.fall. afferma una generale reclamabilità del decreto del tribunale sull'omologazione del concordato preventivo avanti alla corte d'appello, dovendosi intendere la preclusione di cui all'art. 180, comma 3, di stretta interpretazione, posto che, nell'escludere il gravame, ne circoscrive il presupposto alla mancata proposizione di opposizioni, per come essa si traduce in una concentrazione del controllo giudiziale sulla proposta.
Le azioni revocatorie ordinarie promosse dal curatore Cass. Civ. - Sez. III - 4 Aprile 2017 - n. 8680, sent. L'art. 69-bis l.fall non si applica alle azioni revocatorie ordinarie promosse dal curatore fallimentare, che rimangono disciplinate dagli artt. 2901-2904 c.c.
Cessione di azienda e sgravi contributivi nelle procedure concorsuali Cass. Civ. - Sez. lav. - 27 Aprile 2017 - n. 10428, sent. In tema di concessione degli sgravi contributivi in caso di cessione di azienda è irrilevante la circostanza che il passaggio dei lavoratori avvenga nell'ambito di una procedura fallimentare, posto che sono irrilevanti le finalità perseguite dal cedente, siano esse quelle dell'incremento dell'attivo fallimentare o della continuazione dell'attività di impresa.
Credito ammesso in favore di un terzo e creditore tardivo Cass. Civ. – Sez. I – 5 aprile 2017 – n. 8869, sent. L'impugnazione del credito ammesso a favore di un terzo può essere proposta dal creditore tardivo, contestualmente alla dichiarazione tardiva del suo credito ove si sia in presenza di situazioni soggettive tra loro in conflitto, entro sei mesi dalla chiusura dello stato passivo, unica eccezione essendo rappresentata dalla non conoscenza del processo fallimentare, della cui prova è onerato il creditore.
Accertamento del passivo e prova documentale Cass. Civ. – Sez. VI – 20 aprile 2017 – n. 10041, sent. I modelli CUD di provenienza pubblica integrano i requisiti di prova documentale richiesta al fine dell'opponibilità della prova scritta di un credito al fallimento anche in ordine al parametro di cui all'art. 2704 c.c.
Azione di responsabilità contro i sindaci dimissionari Cass. Civ. – Sez. I – 12 aprile 2017, n. 9416, sent. Il curatore della società fallita ha azione, ex art. 2394 c.c., contro gli amministratori e i sindaci, anche qualora questi ultimi si siano dimessi: deve ritenersi, infatti, che la rinuncia alla carica non possa avere effetti immediati, ipotizzabili solo quando sia possibile l'automatica sostituzione dei dimissionari con un sindaco supplente. Se non è possibile il subentro dei supplenti, deve applicarsi analogicamente la disciplina della prorogatio prevista per gli amministratori dall'art. 2385 c.c.: ciò in ragione di un'esigenza di continuità dell'organo di controllo.
Per la bancarotta prefallimentare serve un pericolo concreto per i creditori Cass. Pen. – Sez. V – 7 aprile 2017, n. 17819, sent. La condotta consistente nella vendita sottocosto di un cespite conferito nel capitale sociale, con acquisizione di liquidità per la società e contestuale vantaggio (anche solo indiretto) dell'amministratore di questa, può integrare infedeltà patrimoniale, ex art. 2634 c.c., ma perché tale condotta venga qualificata come bancarotta fraudolenta impropria, ex art. 223, comma 2, n. 1) l. fall., deve aver cagionato, o concorso a cagionare, il dissesto della società. L'ipotesi di bancarotta fraudolenta patrimoniale si giustifica, dato il rapporto di specialità specifica, solo se l'ingiustificato distacco di una parte del valore del bene, frutto dell'atto infedele dell'amministratore, sia anche espressione di una consapevole e concreta esposizione a pericolo degli interessi dei creditori.
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