È immediatamente impugnabile il bando di gara che non consente la ponderazione dell’offerta
20 Ottobre 2016
La sentenza affronta il tema della valutazione della legittimità della lex specialis di gara nella parte in cui viene stimato il valore della concessione di servizi in relazione ai canoni concessori anziché al fatturato generato per tutta la durata del contratto, circostanza che avrebbe impedito ad una possibile concorrente di formulare un'offerta ponderata, e dunque di partecipare alla gara. Nel caso di specie il Collegio era stato chiamato a valutare se, a seguito dell'avviso di pubblicazione di un bando di gara avente ad oggetto la procedura aperta per l'affidamento in concessione del servizio di ristoro di alimenti e bevande, fosse giustificata l'impugnazione immediata del bando in riferimento al valore della concessione stimato prima della presentazione dell'offerta. Il Collegio, osserva che laddove la lex specialis di una gara per l'affidamento in concessione di un servizio impedisca ad un soggetto concorrente di formulare un'offerta, è legittima l'impugnazione immediata delle clausole del bando a prescindere dall'effettiva presentazione dell'offerta. Pertanto, rileva, che sussiste la legittimazione e l'interesse al ricorso di primo grado ogni qual volta la formulazione della lex specialis non consenta di formulare un'offerta con piena cognizione di causa, atteso che l'adeguata ponderazione di tutti gli elementi necessari ad enucleare la proposta, in quanto espressione del principio di serietà dell'offerta, costituisce uno degli strumenti posti a tutela della esigenza pubblicistica della individuazione del giusto contraente. Confermando l'orientamento giurisprudenziale prevalente, il Collegio osserva che, nel momento in cui la lex specialis della gara presenti caratteristiche tali da rendere oggettivamente difficoltosa una esatta ponderazione dell'offerta, assume carattere immediatamente lesivo della sfera delle possibili candidate e può essere oggetto di legittima ed immediata impugnativa (sul punto si veda Cons. St., Sez. V, 7 settembre 2001, n. 4679). |