La Corte dei conti dell’UE pubblica una relazione sul partenariato pubblico privato nell’UE, per segnalare carenze diffuse e benefici limitati

Redazione Scientifica
20 Marzo 2018

La relazione pubblicata il 20 marzo 2018 dalla Corte dei conti dell'Unione europea evidenzia che i partenariati pubblico privati cofinanziati dall'UE "non possono essere ritenuti un'opzione economicamente valida per realizzare infrastrutture pubbliche". I PPP sottoposti all'audit della Corte evidenziano carenze diffuse e benefici limitati. Viene sottolineato inoltre che il rapporto benefici/costi e la trasparenza risulta limitato da "decisioni e strategie non chiare, analisi inadeguate, registrazione fuori bilancio dei PPP e meccanismi di condivisione del rischio sbilanciati".

La relazione pubblicata il 20 marzo 2018 dalla Corte dei conti dell'Unione europea evidenzia che i partenariati pubblico privati cofinanziati dall'UE "non possono essere ritenuti un'opzione economicamente valida per realizzare infrastrutture pubbliche". I PPP sottoposti all'audit della Corte evidenziano carenze diffuse e benefici limitati. Viene sottolineato inoltre che il rapporto benefici/costi e la trasparenza risulta limitato da "decisioni e strategie non chiare, analisi inadeguate, registrazione fuori bilancio dei PPP e meccanismi di condivisione del rischio sbilanciati".

Si riporta, di seguito, la sintesi contenuta nel Comunicato stampa diffuso dalla stessa Corte.

Tra il 2000 e il 2014, l'UE ha fornito 5,6 miliardi di euro per 84 PPP, con un costo totale per progetti di 29,2 miliardi di euro. Gli auditor della Corte hanno esaminato 12 PPP cofinanziati dall'UE in Francia, Grecia, Irlanda e Spagna nei settori del trasporto su strada e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC); il loro costo totale era di 9,6 miliardi di euro, con un contributo UE di 2,2 miliardi di euro. La Corte ha riscontrato che, nel complesso, i PPP hanno consentito alle autorità pubbliche di appaltare infrastrutture di grandi dimensioni attraverso un'unica procedura, ma hanno aumentato il rischio di una concorrenza insufficiente, indebolendo quindi la posizione negoziale delle amministrazioni aggiudicatrici.

Inoltre, la maggior parte dei PPP sottoposti a audit sono risultati inficiati da notevoli inefficienze nel corso della fase di costruzione: sette dei nove progetti completati, dal costo di 7,8 miliardi di euro, hanno fatto registrare ritardi fino a 52 mesi, nonché forti incrementi di costo.

“Per completare le cinque autostrade sottoposte a audit in Grecia e Spagna, sono stati necessari 1,5 miliardi di euro supplementari di fondi pubblici. Circa il 30 % di questo ammontare (422 milioni di euro) è stato fornito dall'UE”, ha affermato Oskar Herics, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Tale somma è stata spesa in modo inefficiente per quanto attiene all'ottenimento di potenziali vantaggi economici”.

In Grecia (di gran lunga il più importante destinatario di cofinanziamenti UE, con il 59 % dell'importo totale, ossia 3,3 miliardi di euro) il costo per chilometro delle tre autostrade controllate è aumentato drasticamente, fino al 69 %, mentre la portata dei progetti è stata notevolmente ridotta di ben il 55 %. Tale spesa è stata inefficace per le seguenti principali ragioni: la necessità di colmare i deficit finanziari causati dalla rinegoziazione dei contratti PPP; preparazione inadeguata dei progetti da parte dei partner pubblici; e, ragione più cruciale, i contratti con i concessionari privati sono stati firmati prima di risolvere questioni importanti.

Gli auditor della Corte hanno constatato che le analisi preliminari erano state basate su scenari eccessivamente ottimistici. Di conseguenza, l'effettivo utilizzo è stato inferiore alle previsioni, del 69 % per quanto riguarda le TIC (in Irlanda) e del 35 % per quanto riguarda le autostrade (in Spagna). Per la maggior parte dei progetti esaminati, il PPP è stato scelto senza alcuna analisi comparativa preliminare di opzioni alternative, senza dimostrare quindi che garantisse il miglior rapporto benefici/costi e tutelasse l'interesse pubblico.

La ripartizione dei rischi tra partner pubblici e privati è stata spesso inadeguata, incoerente e inefficace, mentre gli alti tassi di remunerazione (fino al 14 %) del capitale di rischio del partner privato non sempre hanno rispecchiato i bassi rischi sostenuti. Inoltre, la maggior parte dei sei progetti TIC sottoposti a audit erano difficilmente compatibili con contratti di lunga durata, in quanto soggetti a rapidi mutamenti tecnologici.

A giudizio della Corte, il finanziamento tramite PPP comporta incertezze e requisiti ulteriori. La possibilità di registrare i progetti PPP come voci fuori bilancio è stata un elemento importante. Cinque dei 12 progetti PPP valutati, per un costo totale di 7,9 miliardi di euro, sono stati inizialmente registrati fuori bilancio. Tale modo di procedere accresce il rischio di effetti collaterali negativi.

Attualmente, solo un numero limitato di Stati membri dispone di quadri istituzionali e normativi adeguati e notevole capacità amministrativa per attuare con successo i PPP. Gli Stati membri visitati non hanno elaborato una politica o strategia chiara per l'impiego dei PPP. Detta situazione non corrisponde all'obiettivo dell'UE di dare esecuzione alla maggior parte dei fondi UE tramite progetti a finanziamento misto, tra cui i PPP.

La Corte formula una serie di raccomandazioni, rivolte sia alla Commissione che agli Stati membri. In particolare, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero:

  • evitare di promuovere un ricorso più intenso e diffuso ai PPP fino a quando le problematiche individuate non saranno state risolte;
  • mitigare l'impatto finanziario dei ritardi e delle rinegoziazioni sui costi dei PPP sostenuti dal partner pubblico;
  • basare la scelta del PPP su valide analisi comparative riguardanti le migliori opzioni di appalto;
  • assicurare la necessaria capacità amministrativa e definire politiche e strategie chiare in materia di PPP, così da attuare con successo i PPP sostenuti dall'UE;
  • migliorare il quadro UE per una migliore efficacia dei progetti PPP, in modo che la scelta del PPP sia giustificata da considerazioni relative al rapporto costi/benefici.

Note agli editori. Dagli anni Novanta a oggi, sono stati attuati nell'UE 1749 PPP, per un totale di 336 miliardi di euro. Sono stati realizzati per lo più nel settore dei trasporti, che nel 2016 ha rappresentato un terzo degli investimenti dell'intero anno, davanti all'assistenza sanitaria e all'istruzione.

Tuttavia, per i PPP sono stati usati relativamente pochi finanziamenti dell'UE, benché da alcuni anni la Commissione ne incoraggi l'utilizzo. Dal 2000 al 2014, 84 PPP, per un costo per progetti totale di 29,2 miliardi
di euro, hanno ricevuto 5,6 miliardi di euro di fondi UE. Gli Stati membri selezionati rappresentavano circa il 70 % del costo totale dei PPP sostenuti dall'UE nel periodo 2000-2014 (20,4 miliardi su 29,2 miliardi di euro) e il 71 % del contributo UE ai PPP (4,0 miliardi su 5,6 miliardi di euro).

Le sovvenzioni dei Fondi strutturali e di coesione hanno rappresentato la principale fonte UE per il finanziamento dei PPP (67 progetti su 84). La Commissione ha sostenuto gli altri 17 PPP per mezzo di strumenti finanziari, spesso in cooperazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI).

Dal 2015 in poi, i progetti PPP sono stati finanziati anche nel quadro del FEIS, che è un'iniziativa congiunta della Commissione e della BEI. Dei 224 progetti approvati complessivamente entro il giugno del 2017, 18 erano stati segnalati come PPP.

La relazione speciale n. 9/2018, intitolata “Partenariati pubblico-privato nell'UE: carenze diffuse e benefici limitati”, è disponibile in 23 lingue dell'UE sul sito Internet della Corte (eca.europa.eu).

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