Osservatorio sulla Cassazione - Novembre 2018

La Redazione
14 Dicembre 2018

Torna l'appuntamento con l'osservatorio sulla Corte di Cassazione: una rassegna delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di novembre.

Sovraindebitamento e decreto di inammissibilità: la riproposizione della domanda

Cass. Civ. - Sez. I – 26 novembre 2018 - n. 30534, ord.

In tema di sovraindebitamento, il decreto di inammissibilità preclude la riproposizione della domanda nel limite del quinquennio a condizione che sia stato emesso dopo l'apertura della procedura e che il debitore abbia fruito degli effetti pieni dell'istituto.

Estensione del fallimento all'accomandante il cui nome sia nella ragione sociale della s.a.s.

Cass. Civ. – Sez. I – 29 novembre 2018, n. 30882, ord.

Ai fini dell'estensione della responsabilità illimitata del socio accomandante di società in accomandita semplice che consenta a che il suo nome sia compreso nella ragione sociale, ai sensi dell'art. 2314, comma 2, c.c., rileva il solo contenuto oggettivo della ragione stessa, dal quale risulti che l'accomandante sia presentato alla stesa stregua di un socio accomandatario, in modo da ingenerare oggettiva confusione sul ruolo da lui svolto nella società.

Fallimento parte del processo e legittimazione del curatore

Cass. Civ. - Sez. I – 19 novembre 2018 - n. 29747, ord.

Nell'ipotesi in cui il fallimento sia parte di un processo, il curatore ha legittimazione esclusiva a proporre istanza per l'ammissione del medesimo al patrocinio a spese delle Stato, senza che il giudice delegato possa procedere d'ufficio all'attestazione della mancanza di disponibilità del "denaro delle spese", di cui all'art. 144 d.P.R. n. 115/2002.

Il credito chirografario della banca diventa fittiziamente privilegiato: bancarotta preferenziale

Cass. Pen. – Sez. I – 19 novembre 2018, n. 51861, sent.

In tema di bancarotta preferenziale, integra gli estremi della simulazione di prelazione, ex art. 216, comma 3, parte 2, l.fall., la condotta di un'impresa in stato di decozione che consegua da una banca creditrice mutui fondiari garantiti da ipoteca immobiliare, utilizzati per il ripianamento dei saldi negativi dei conti correnti intrattenuti con la stessa banca, così trasformandosi il credito vantato da quest'ultima verso l'impresa da chirografario in privilegiato e, quindi, costituendosi un titolo di prelazione in danno di ogni altro creditore.

L'amministratore socio si restituisce i finanziamenti: è bancarotta per distrazione

Cass. Pen. – Sez. V – 7 novembre 2018, n. 50495, sent.

In tema di reati societari, qualora il socio creditore si identifichi con l'amministratore della società, la condotta di quest'ultimo, volta alla restituzione, in periodo di dissesto, di finanziamenti precedentemente concessi, integra il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione e non quello di bancarotta preferenziale, poiché la restituzione assume un significato diverso e più grave, in un simile contesto, rispetto alla mera volontà di privilegiare un creditore in posizione paritaria rispetto a tutti gli altri creditori.

L'irregolare tenuta dei libri contabili nel reato di bancarotta

Cass. Pen. – Sez. V – 27 novembre 2018 – n. 53193, sent.

In tema di irregolare tenuta dei libri contabili, nel reato di bancarotta semplice, l'illiceità della condotta è circoscritta alle scritture obbligatorie ed ai libri prescritti dalla legge, mentre nella fattispecie della bancarotta fraudolenta documentale l'elemento oggettivo della condotta ricomprende tutti i libri e le scritture contabili genericamente intesi anche se non obbligatori.

I contratti sorti per la conservazione dell'impresa nell'amministrazione straordinaria

Cass. Civ. – Sez. I – 9 novembre 2018 – n. 28797, ord.

Nell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, l'art. 50, comma 2, D.lgs. n. 270/1999, come interpretato dall'art. 1-bis d.l. n. 134/2008, conv., con modif., dalla L. n. 166/2008, dispone la prosecuzione "ope legis" dei contratti in corso in funzione della conservazione dell'impresa ammessa alla procedura, sicché, da un lato, i detti contratti continuano ad avere esecuzione fino a quando il commissario non eserciti la facoltà di sciogliersi e, dall'altro, i crediti maturati dal contraente "in bonis" dopo l'apertura della procedura devono essere ammessi al passivo in prededuzione, essendo le relative prestazioni finalizzate alla continuazione dell'attività d'impresa ex art. 52 D.lgs. n. 270/1999.

Dichiarazione di fallimento e notificazione via PEC

Cass. Civ. – Sez. I – 9 novembre 2018 - n. 28803, ord.

La notificazione del ricorso e del decreto per la dichiarazione di fallimento presso la casa comunale, in mancanza di indirizzo PEC, è condizionata all'irreperibilità della società presso la sua sede come risultante dal registro delle imprese. Tale presupposto dell'irreperibilità ricorre anche laddove si accerti che, in precedenza, la società sia stata in concreto rintracciata presso la sede risultante dal registro, purchè l'ufficiale giudiziario abbia svolto ricerche documentate nella relazione di notifica e chiesto informazioni in modo adeguato, così da consentire di presumere che il diverso esito delle precedenti notificazioni sia riconducibile non ad una doverosa e diligente attività di ricerca del destinatario ma a circostanze fortunate non sempre ripetibili.

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