Osservatorio sulla Cassazione - Gennaio e Febbraio 2019

La Redazione
11 Marzo 2019

Torna l'appuntamento con l'osservatorio sulla Corte di Cassazione: una rassegna delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nei mesi di gennaio e febbraio.

Bancarotta semplice: basta la colpa, anche nella scelta dei soggetti estranei incaricati della tenuta delle scritture contabili

Cass. Pen. – Sez. V – 25 gennaio 2019, n. 3720, sent.

Ai fini dell'integrazione della bancarotta semplice, ex art. 217, comma 2, l. fall., l'elemento soggettivo può essere costituito sia dal dolo che dalla colpa, ravvisabili quando l'agente ometta, con coscienza e volontà o per semplice negligenza, di tenere le scritture contabili; nè vale ad escludere la colpa l'aver affidato a soggetti estranei all'amministrazione dell'azienda la tenuta delle scritture e dei libri contabili. Per la bancarotta fraudolenta documentale, ex art. 216, comma 1, n. 2, l. fall., è invece richiesto il dolo generico consistente nella coscienza e volontà dell'irregolare tenuta delle scritture, con la consapevolezza che ciò renda impossibile la ricostruzione delle vicende patrimoniali della società.

Ammissione del credito nello stato passivo e data certa anteriore alla dichiarazione di fallimento

Cass. Civ. - Sez. I – 18 gennaio 2019, n. 1389, ord.

Poiché l'art. 2704 c.c. fa discendere la certezza della data della scrittura privata non autenticata rispetto ai terzi, oltre che dalla registrazione ovvero dagli eventi specificamente considerati dalla norma, anche dal verificarsi di un altro fatto che stabilisca in modo egualmente certo l'anteriorità della formazione del documento, la certezza della data di una fattura, nei riguardi del curatore fallimentare, non può essere desunta dai documenti di trasporto ad essa relativi, ove, a propria volta, non abbiano data certa e non siano quindi opponibili al fallimento.

Bancarotta e fusione societaria: la responsabilità degli amministratori della società incorporata

Cass. Pen. – Sez. V – 16 gennaio 2019, n. 1984, sent.

La dichiarazione di fallimento della società incorporante è idonea, nel concorso delle altre condizioni di legge, a determinare la punibilità della condotte poste in essere dagli amministratori della società incorporata, e la stessa incorporazione di una società gravata da note passività o da obbligazioni insolute costituisce - ove le medesime incidano sulla derivata situazione economica e patrimoniale dell'incorporante, aggravandola - condotta distrattiva.

Dichiarazione di fallimento e notifica della sentenza di rigetto del reclamo

Cass. Civ. - Sez. I - 14 gennaio 2019 - n. 647, ord.

La notifica del testo integrale della sentenza reiettiva del reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, effettuata ai sensi della legge fallimentare, art. 18, comma 13, dal cancelliere mediante posta elettronica certificata (PEC), è idonea a far decorrere il termine breve per l'impugnazione in Cassazione ex art. 18, comma 14, l.fall. non ostandovi il nuovo testo dell'art. 133 c.p.c., comma 2, come novellato dal D.L. n. 90 del 2014, secondo il quale la comunicazione del testo integrale della sentenza da parte del cancelliere non è idonea a far decorrere i termini per le impugnazioni di cui all'art. 325 c.p.c.

Sentenza dichiarativa del fallimento e produzione degli effetti

Cass. Civ. - Sez. VI -27 febbraio 2019 - n. 5781, ord.

Posto che la legge fallimentare vigente non prescrive l'annotazione sulla sentenza dichiarativa di fallimento dell'ora in cui è stata emessa, tale sentenza produce i suoi effetti dall'ora zero del giorno della sua pubblicazione. Di conseguenza dall'inizio di tale giorno il fallito è privato dell'amministrazione e della disponibilità dei suoi beni e sono inefficaci nei confronti dei creditori concorsuali tutti gli atti da lui compiuti e i pagamenti da lui eseguiti o ricevuti.

L'ammissione al passivo in via privilegiata della Pubblica Amministrazione

Cass. Civ. - Sez. I – 26 febbraio 2019 - n. 5583, ord.

In tema di richiesta di ammissione in via privilegiata della pubblica amministrazione nel passivo del fallimento di una società occorre sempre tenere presente che la stessa natura del credito, peculiare in quanto proveniente da fondi pubblici, impone di considerare il procedimento di erogazione del contributo come il vero presupposto abilitante al sorgere del privilegio.

Istanza di fallimento e notifica all'indirizzo PEC risultante dal Registro delle imprese

Cass. Civ. - Sez. I - 26 febbraio 2019 - n. 5652, sent.

È valida la notifica dell'istanza di fallimento effettuata all'indirizzo PEC della società risultante dal Registro delle imprese anche prima dell'entrata in vigore dell'art. 16-ter D.L. n. 179/2012, inserito dalla L. n. 228/2012.

Bancarotta semplice: rileva anche l'inerzia del singolo amministratore

Cass. Pen. – Sez. V – 4 febbraio 2019, n. 5462, sent.

In tema di bancarotta semplice, l'inerzia del singolo amministratore, quand'anche da sola insufficiente a impedire l'evento dannoso, nell'unirsi all'identico atteggiamento omissivo, doloso o colposo, degli altri componenti dell'organo amministrativo, acquista efficacia causale rispetto al dissesto, o all'aggravamento del dissesto, in quanto l'idoneità dell'opposizione del singolo a impedire l'evento non deve essere considerata isolatamente, ma nella sua attitudine a rompere il silenzio e a sollecitare un analogo atteggiamento degli altri amministratori. L'amministratore societario ricopre un ruolo di garanzia, ex art. 2392 c.c., dovendo adempiere ai doveri impostigli dalla legge o dallo statuto con la diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle specifiche competenze, tra i quali rientra anche l'obbligo di impedire gli atti svantaggiosi per la società.

Il concorso del socio nella bancarotta impropria

Cass. Pen. – Sez. V – 7 febbraio 2019, n. 6103, ord.

Anche il socio risponde di bancarotta fraudolenta impropria, a titolo di concorso nel reato proprio dell'amministratore, quale concorrente extraneus, ove ponga in essere una condotta agevolatrice tipica, che può consistere anche in una deliberazione assembleare che si traduce in una falsità delle scritture, finalizzata a creare l'apparente legittimità di atti dispositivi del patrimonio sociale, privi di reale giustificazione economica. Quanto all'elemento soggettivo, il socio concorre con il dolo consistente nella volontarietà della propria condotta di apporto a quella dell'intraneus, con la consapevolezza che essa determina un depauperamento del patrimonio, in danno ai creditori, mentre non è richiesta la conoscenza del dissesto della società.

Le sorti della domanda di ammissione al passivo nella revoca del fallimento

Cass. Civ. – Sez. lav. – 25 febbraio 2019- n. 5428

La revoca del fallimento lascia salvi gli effetti prodotti dalle domande di ammissione al passivo sul decorso del termine di prescrizione dei relativi crediti, non rilevando in proposito il disposto dell'art. 21 l.fall., che si riferisce agli atti degli organi della procedura, non a quelli compiuti nei confronti di essa; né la revoca comporta l'estinzione della procedura fallimentare, con la conseguenza che trova applicazione la regola di cui dell'art. 2945 c.c., comma 2, con la sospensione del corso della prescrizione, e non quella di cui al comma 3 della medesima norma, che fa salvo, nel caso di estinzione del processo, il solo effetto interruttivo prodotto dalla domanda giudiziale.

Subentro del curatore in caso di successiva estinzione dell'esecuzione individuale

Cass. Civ. - Sez. I – 26 febbraio 2019 - n. 5655, sent.

Nel rapporto tra esecuzione individuale e successiva dichiarazione del debitore esecutato, l'esecuzione individuale si trasforma in esecuzione collettiva, i cui effetti sostanziali e processuali decorrono dal pignoramento, sicché il curatore può giovarsi dell'inopponibilità prevista contro gli atti traslativi trascritti posteriormente al pignoramento ma prima della sentenza dichiarativa di fallimento anche in caso di estinzione del procedimento esecutivo in corso alla data di apertura del fallimento.

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