La fallibilità dell’imprenditore agricolo

La Redazione
25 Marzo 2019

Ai fini dell'esenzione dal fallimento di un'attività d'impresa avente ad oggetto attività agricole, è dovere del giudice, oltre che verificarne le clausole statutarie ed il loro tenore, esaminare anche in concreto l'atteggiarsi dell'attività d'impresa svolta, valutando...

Ai fini dell'esenzione dal fallimento di un'attività d'impresa avente ad oggetto attività agricole, è dovere del giudice, oltre che verificarne le clausole statutarie ed il loro tenore, esaminare anche in concreto l'atteggiarsi dell'attività d'impresa svolta, valutando le attività economiche dalla stessa effettivamente svolte. Ha, infatti, carattere commerciale o industriale ed è, quindi, soggetta al fallimento, se esercitata sotto forma di impresa grande e media, quell'attività che, oltre ad essere idonea a soddisfare esigenze connesse alla produzione agricola, ridonda a scopi commerciali o industriali e realizza utilità del tutto indipendenti dall'impresa agricola o, comunque, prevalenti rispetto ad essa. Ne deriva che solo un'indagine in concreto, senza che la tipologia societaria ne costituisca fattore impeditivo in sé, permette l'esenzione.

Il legislatore, ampliando il concetto di imprenditore agricolo, ha sostituito ad una nozione dell'agricoltura basata sulla centralità del fondo, una più dinamica ed in linea con la nuova realtà economica, in cui assumono valore prevalente quelle strutture produttive che si avvalgono della terra come strumento di supporto.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.