La perentorietà del termine nel procedimento sanzionatorio per falsa documentazione al fine del rilascio dell’attestazione SOA

È illegittimo il provvedimento sanzionatorio adottato ai sensi dell'art. 40, comma 9 quater, D.lgs. n. 163/2006, oltre il termine di novanta giorni dalla comunicazione di avvio del procedimento fissato dall'Autorità con regolamento, fatta salva eccezione di sospensioni strettamente connesse ad attività istruttorie. La Sezione ribadisce l'orientamento giurisprudenziale per cui al fine di garantire il diritto di difesa (art. 24 Cost.), pur in assenza di un'espressa previsione di legge, sono perentori i termini dei procedimenti sanzionatori ove indicati da una norma primaria. In particolare, nel procedimento in esame si ritiene sufficiente ai fini della perentorietà il richiamo alla tempestività di cui all'art. 8, comma 4, D.lgs. n. 163/2006.

Requisiti di qualificazione: la colpa grave in caso di disconoscimento del certificato rilasciato dall'amministrazione. Il disconoscimento della firma apposta ad un certificato di esecuzione dei lavori non è idoneo a fondare la colpa grave dell'impresa per falsa documentazione nell'ambito di un procedimento per il rilascio dell'attestazione SOA. Premesso il valore fidefacente del documento, in presenza di elementi formali e sigilli, sintomatici di un'apparente autenticità, è necessario verificare la natura della contraffazione. Solo in presenza di una totale estraneità del documento all'amministrazione può ritenersi commesso un falso, e non anche nell'ipotesi di un documento autentico contraffatto solo nella firma. Dunque, la dichiarazione dell'apparente firmatario, invocata ai fini della falsità del certificato, non giustifica di per sé l'imputazione di colpa grave in capo al soggetto che si avvale di un documento rilasciato dall'amministrazione, salvo irregolarità macroscopiche.