Osservatorio sulla Cassazione - Ottobre 2019

La Redazione
26 Novembre 2019

Torna l'appuntamento con l'osservatorio sulla Corte di Cassazione: una rassegna delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di ottobre.

Gli effetti della sentenza di fallimento e l'opponibilità della mancata trascrizione

Cass. Civ. - Sez. I – 2 ottobre 2019 - n. 24602, ord.

Gli effetti della sentenza di fallimento si producono erga omnes dalla data del fallimento stesso, indipendentemente dal compimento delle formalità previste dall'art. 88 l. fall.. La mancata o ritardata trascrizione della sentenza di fallimento non ne impedisce l'opponibilità ai terzi acquirenti di buona fede.

Accertamento dell'insolvenza di società in liquidazione

Cass. Civ. – Sez. I – 7 ottobre 2019, n. 24948, ord.

Ai fini dell'applicazione dell'art. 5, l. fall., la valutazione del giudice che - quando la società è in liquidazione deve essere diretta unicamente ad accertare se gli elementi attivi del patrimonio sociale consentano di assicurare l'eguale ed integrale soddisfacimento dei creditori sociali - non può non tener conto anche delle concrete possibilità di realizzo e della relativa tempistica, non essendo questione secondaria il ritardo spropositato nella realizzazione del proprio credito, da valutarsi a cura del giudice, con giudizio che - quando sia espressamente motivato - si sottrae al controllo in questa sede.

Revoca dell'ammissione al concordato e atti in frode

Cass. Civ. - Sez. I – 10 ottobre 2019 - n. 25458, sent.

Ai fini della revoca dell'ammissione al concordato rilevano gli atti non espressamente indicati nella proposta che abbiano una valenza decettiva per i creditori. Gli atti di frode esigono che la condotta del debitore venga ricostruita come idonea ad occultare situazioni di fatto suscettibili di influire sul giudizio dei creditori.

La prededucibilità del credito del professionista nel concordato in bianco

Cass. Civ. - Sez. I – 10 ottobre 2019 - n. 25471, sent.

In tema di domanda di concordato con riserva, il credito maturato dal professionista che - pendente il termine assegnato dal tribunale sia stato incaricato di redigere l'attestazione - qualora una volta dichiarata inammissibile la domanda concordataria, sia stato pronunciato il fallimento del debitore, ha carattere prededucibile.

La legittimazione del Pubblico Ministero nel fallimento

Cass. Civ. Sez. I – 28 ottobre 2019 - n. 27539, ord.

La "ratio" dell'art. 7 l.fall., una volta venuto meno il potere del Tribunale di dichiarare officiosamente il fallimento, è chiaramente nel senso di estendere la legittimazione del Pubblico Ministero alla presentazione della richiesta in tutti i casi nei quali l'organo abbia istituzionalmente appreso la "notitia decoctionis".

La prova del contratto sociale ai fini del fallimento della società di fatto

Cass. Civ. – Sez. I – 28 ottobre 2019, n. 27541, ord.

Al fine della dichiarazione di fallimento di una società di fatto, la sussistenza del contratto sociale può risultare, oltre che da prove dirette specificamente riguardanti i suoi requisiti (affectio societatis, costituzione di un fondo comune, partecipazione agli utili ed alle perdite), pure da manifestazioni esteriori della attività del gruppo, quando, per la loro sintomaticità e concludenza, evidenzino l'esistenza della società anche nei rapporti interni; sì che, finanziamenti e fideiussioni in favore dell'imprenditore, se non sono di per sé idonei ad evidenziare il rapporto sociale, fra quest'ultimo ed il finanziatore o garante, specie se giustificabili in relazione a vincoli di coniugio o parentela, possono costituire, pure in tal caso, indici rivelatori del rapporto stesso, qualora, alla stregua della loro sistematicità e di ogni altra circostanza del caso concreto, siano ricollegabili ad una costante opera di sostegno dell'attività dell'impresa, qualificabile come collaborazione del socio al raggiungimento degli scopi sociali.

Condotte distrattive punite con la bancarotta: per l'autoriciclaggio servono ulteriori condotte decettive

Cass. Pen. – Sez. V – 30 ottobre 2019, n. 44198, sent.

L'atto distrattivo compiuto dall'amministratore di una società dichiarata fallita, consistente nella stipula di un simulato contratto d'affitto dell'azienda poi fallita, già punito per il reato di bancarotta, non integra anche la condotta illecita di autoriciclaggio: la fattispecie di cui all'art. 648-ter.1 c.p. richiede, infatti, che a seguito della consumazione del delitto presupposto vengano poste in essere ulteriori condotte aventi natura decettiva, costituite da impiego in attività economiche o finanziarie.

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