Sull’effettiva conoscenza delle ragioni della lesione alla propria sfera giuridica relativamente al dies a quo per proporre ricorso avverso gli atti di gara

Redazione Scientifica
03 Novembre 2020

Richiama l'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, sentenza n. 12/2020, che ha enunciato i princìpi di diritto relativi alla individuazione...

Richiama l'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, sentenza n. 12/2020, che ha enunciato i princìpi di diritto relativi alla individuazione della decorrenza del termine per impugnare gli atti delle procedure di gara, esprimendo, in adesione agli influssi del diritto dell'U.E., un orientamento “sostanzialista”, che àncora la decorrenza del termine alla conoscenza (non già del mero effetto lesivo, ma) del vizio che determina l'insorgenza dell'interesse ad impugnare (tanto più in presenza di un termine d'impugnazione dimezzato rispetto a quello ordinario).

Siffatto principio, avendo valenza generale in punto di tutela processuale contro gli atti di gara illegittimi, si declina con conseguenze identiche nelle diverse – e simmetriche – fattispecie che possono venire in considerazione: quella della esclusione del ricorrente (che in tanto può impugnarla, in quanto abbia contezza non già del mero effetto dispositivo escludente, ma delle reali motivazioni del provvedimento); e quella dell'aggiudicazione al controinteressato (che il ricorrente è in grado di gravare solo ove ne conosca le ragioni, ovvero ove conosca le ragioni per cui la stazione appaltante ha ritenuto irrilevante un fatto impeditivo).

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