Decreto legislativo - 30/03/2001 - n. 165 art. 10 - Trasparenza delle amministrazioni pubbliche ( Art. 11 del d.lgs n. 29 del 1993 , come modificato dall' art. 43, comma 9 del d.lgs n. 80 del 1998 )

Ciro Silvestro

Trasparenza delle amministrazioni pubbliche

(Art. 11 del d.lgs n. 29 del 1993, come modificato dall'art. 43, comma 9 del d.lgs n. 80 del 1998)

1. L'organismo di cui all'articolo 2, comma 1, lettera mm), della legge 23 ottobre 1992, n. 421, ai fini della trasparenza e rapidità del procedimento, definisce, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera c), i modelli e sistemi informativi utili alla interconnessione tra le amministrazioni pubbliche.

2. La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica ed i comitati metropolitani di cui all'articolo 18 del decreto-legge 24 novembre 1990, n. 344, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 gennaio 1991, n. 21, promuovono, utilizzando il personale degli uffici di cui all'articolo 11, la costituzione di servizi di accesso polifunzionale alle amministrazioni pubbliche nell'ambito dei progetti finalizzati di cui all'articolo 26 della legge 11 marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni ed integrazioni.

Inquadramento

L'art. 10 del d.lgs. 165/2001 enuncia, ai fini dell'attuazione del principio della trasparenza, il rilievo della informatizzazione dell'azione amministrativa (art. 10, comma 1) e la costituzione di servizi di accesso polifunzionale (art. 10, comma 2), Sulla scia dall'art. 2, comma 1, lettera c) del decreto n. 165, specifica attenzione è, così, posta alla predisposizione di strumenti in grado di:

– valorizzare un rapporto diretto tra amministrazione ed utenti;

– abbattere la tradizionale verticalità, scarsa interconnessione e opacità degli apparati amministrativi.

Se queste linee direttive appaiono ancora attuali, fortemente mutato è, invece, il quadro di contesto. Organismi e strumenti evocati dall'art. 10 – l'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione (AIPA), costituita dal d.lgs. n. 39/1993 in attuazione della l. delega n. 421, o i Comitati metropolitani e i progetti finalizzati per i servizi di accesso polifunzionale – hanno lasciato il passo a strumenti e discipline più mature conseguenti la rivoluzione digitale, che ha recato inedite forme di integrazione amministrazioni nonché di accesso telematico degli utenti.

Lo sviluppo della P.A. digitale

Il successo di Internet si è fatto veicolo della capillare diffusione di nuove forme di interazione sociale. La facilità di accesso alla rete e la possibilità di trattare enormi quantità di dati hanno letteralmente abbattuto precedenti barriere e limiti, garantendo la costante interconnessione di tutti gli attori e la capacità di lavorare su una visione che è più alta, ampia e precisa dei dati.

È così emerso un intero territorio virtuale il cd. Cyberspazio, uno “spazio concettuale” dove i soggetti, anche pubblici, interagiscono usando tecnologie per la comunicazione mediata dal computer.

Nelle P.A. si è dapprima svolto il tema dell'e-government (o governo elettronico), poi quello della transizione alla modalità digitale delle P.A.

Nuove azioni di governo hanno inteso rispondere, adeguatamente e tempestivamente, alle esigenze innescate dalla crescita esponenziale, in quantità e qualità, di beni e servizi digitali in uso.

Non a caso, attorno all'originario motivo conduttore dell'e-government, ovvero l'applicazione intensiva delle Ict per varare un'amministrazione on line (più efficiente, diretta e accessibile), si sono presto condensate ulteriori declinazioni legate alla attuale trasformazione digitale: il superamento del digital divide (divario o frattura digitale) per consentire a tutti di godere dei benefici della società dell'informazione; l'utilizzo delle Ict per garantire la partecipazione attiva dei cittadini al decision -making process; la tutela della privacy affinché le nuove tecnologie non si prestino a diventare strumenti di controllo; l'amplificazione del patrimonio informativo della P.A. mediante l'utilizzo delle tecnologie big data, che consentono di estrarre informazioni dall'incrocio di molteplici basi di dati e di processare dati real-time, costruendo nuovo valore e offrendo più ampie prospettive di verifica e analisi di un dato fenomeno.

Lo sforzo progettuale nel settore pubblico si è, così, indirizzato non tanto a rivestire di silicio e software i processi precedenti ma ad usare la forza delle tecnologie dell'informazione per ridisegnarli e reingegnerizzarli, spingendo verso architetture basate sulla condivisione delle informazioni e sulla cooperazione applicativa fra i sistemi pubblici e privati (Masucci, 992).

Si è, così, andata sviluppando l'Agenda Digitale Italiana, insieme di azioni e norme per lo sviluppo delle tecnologie, dell'innovazione e dell'economia digitale in Italia. In questo quadro, all'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID), istituita nel 2012 ed erede dell'AIPA, è stato attribuito il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell'Agenda digitale italiana e contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, favorendo l'innovazione. L'AgID predispone il Piano Triennale per l'Informatica nella Pubblica amministrazione, approvato dal Presidente del Consiglio dei ministri o dal Ministro delegato entro il 30 settembre di ogni anno, al fine di assicurare un modello di riferimento coerente, con indicazioni puntuali in termini di azioni, risorse e tempi di attuazione. Ciò garantisce una visione di sistema e il necessario legame tra le diverse componenti.

A guidare il cambiamento è un nuovo paradigma, quello della P.A. abilitante. L'innovazione viene considerata funzione di un nuovo modo di intendere i pubblici poteri: i dati e gli strumenti operativi sono rilasciati per e insieme ai cittadini e agli altri attori (imprese, istituzioni locali, realtà no profit) al fine di costruire nuovi servizi innovativi e rinnovare quelli esistenti. È la costruzione di un nuovo genere di bene comune, una grande infrastruttura tecnologica e immateriale che faccia dialogare i diversi attori, integrando informazioni e generando conoscenza, producendo inclusione e migliorando le condizioni della quotidianità. Essa si iscrive all'interno del c.d. open government. In sostanza, il soggetto pubblico diventa una sorta di «piattaforma» di relazioni e interazioni collaborative tra tutti i suoi potenziali interlocutori, che non sono più semplici fruitori di servizi o destinatari di regole ma attori consapevoli, creativi e partecipi delle scelte intraprese. Tale nuovo modello di governance, a livello sia centrale che locale, sfrutta al massimo le potenzialità delle nuove tecnologie informatiche, del web e dei media digitali, per riconfigurare i rapporti di scambio e relazione tra istituzioni e cittadini.

La nuova frontiera passa per i principi guida enunciati dal Piano per l'Informatica nella Pubblica amministrazione 2020- 2022 per l'evoluzione digitale delle P.A. italiane, tra cui:

●  cloud, digital & mobile first (cloud, digitale e mobile come prima opzione nella realizzazione di servizi e progetti);

● dati pubblici un bene comune: il patrimonio informativo della pubblica amministrazione è un bene fondamentale per lo sviluppo del Paese e deve essere valorizzato e reso disponibile ai cittadini e alle imprese, in forma aperta e interoperabile;

● sicurezza e privacy by design: i servizi digitali devono essere progettati ed erogati in modo sicuro e garantire la protezione dei dati personali;

● user- centric, data driven e agile: le amministrazioni sviluppano i servizi digitali, prevedendo modalità agili di miglioramento continuo, partendo dall'esperienza dell'utente e basandosi sulla continua misurazione di prestazioni e utilizzo.

● once only: le pubbliche amministrazioni devono evitare di chiedere ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite;

● codice aperto: le pubbliche amministrazioni devono prediligere l'utilizzo di software con codice aperto e, nel caso di software sviluppato per loro conto, deve essere reso disponibile il codice sorgente.

Bibliografia

Masucci, Erogazione on line dei servizi pubblici e teleprocedure amministrative. Disciplina giuridica e riflessi sull'azione amministrativa, in Dir. pubbl., 2003, 992.

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