Nessun risarcimento se si inciampa sulla scalinata di Trinità dei Monti
17 Novembre 2025
Lo ha stabilito la Cassazione che, con l'ordinanza in esame, ha respinto definitivamente la richiesta di risarcimento di quasi 130 mila euro avanzata contro il Comune di Roma per omessa custodia. Nello specifico, una donna era caduta nel 2014 lungo la prima rampa della scalinata, sostenendo che la causa della caduta fossero gradini “disconnessi e consumati”, con conseguente lussazione del gomito sinistro e postumi permanenti. La donna, che indossava scarpe basse, aveva evidenziato la mancanza di manutenzione della scala da vent'anni e la sua scivolosità, pur in assenza di pioggia. Il Comune si era difeso sostenendo che il monumento veniva pulito solo con acqua a pressione e di notte, e che l'incidente era avvenuto in condizioni di piena visibilità su una struttura soggetta a normale usura, sostenendo che la condotta della donna integrasse un'ipotesi di caso fortuito. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello avevano accolto questa tesi, respingendo le domande risarcitorie. La donna aveva quindi presentato ricorso in Cassazione. La Terza sezione civile ha ricordato il principio secondo cui «quanto più la situazione di possibile danno è suscettibile di essere prevista e superata attraverso l'adozione da parte del danneggiato delle cautele normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, tanto più incidente deve considerarsi l'efficienza causale del comportamento imprudente del medesimo nel dinamismo causale del danno, fino a rendere possibile che detto comportamento interrompa il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso». Nel caso specifico, la Corte ha sottolineato che la “staticità” della scalinata monumentale implica una particolare attenzione da parte di chi la utilizza. Tuttavia, la ricorrente non ha fornito elementi sufficienti a dimostrare le condizioni del luogo della caduta, come foto o dettagli dei gradini interessati; inoltre, la donna aveva dichiarato di conoscere la scalinata, che il tempo era bello e che la visuale era libera. Negando il risarcimento, la Cassazione ha richiamato il ragionamento della Corte d'Appello, secondo cui la scalinata, nota per la sua rilevanza storica e turistica, tanto più ai cittadini romani, non è intrinsecamente pericolosa. Correttamente, dunque, la condotta imprudente della danneggiata è stata ritenuta caso fortuito, tenuto conto sia della prevedibilità della irregolarità dei gradini, sia delle condizioni favorevoli del momento (assenza di pioggia e buona visibilità). Fonte: Diritto e Giustizia |